Non c’è solo il tunnel di base e la sua brusca svolta contrattuale a offuscare il panorama lungo l’asse del Brennero. Al di là delle parole rassicuranti o delle buone intenzioni non sono pochi i nodi ancora da sciogliere per allargare lo spazio in favore dei trasporti ferroviari intermodali. Certamente all’ordine del giorno resta la risoluzione del contratto decisa dalla società Bbt Se per il lotto Pfons-Brennero, la sezione costruttiva più grande della galleria di base nell’area austriaca, nei confronti del consorzio di costruttori Arge H51, e il rischio, concreto, di ritardi per il completamento dell’opera.
Per primi sono scesi in campo il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il capitano del Land austriaco del Tirolo, Günther Platter chiedendo iniziative immediate per evitare lo stallo nei lavori. A poche ore di distanza si è registrato l’impegno formale sottoscritto dalla titolare del ministero delle Infrastrutture Paola De Micheli e dall’omologa austriaca Leonore Gewessler per trovare in tempi rapidi una soluzione.
Ma se il tunnel di base rappresenta la svolta per il corridoio del Brennero attesa per la fine del decennio, con un’ipoteca sui tempi viste le vicissitudini contrattuali, c’è tutto un contesto da rivedere e soluzioni da mettere a fuoco. Se ne è discusso a fine ottobre 2020 in un incontro, online vista l’emergenza sanitaria, gestito dalla Camera di commercio di Bolzano. Significative le indicazioni arrivate dagli operatori con osservazioni puntuali su quello che occorre fare per rilanciare il combinato e perché questa sfida non si limiti solo a uno slogan. A dire il vero non si tratta di ricette nuovissime, eppure a distanza di tempo rimaste ancora per buona parte a livello di discussione.
Harald Schmittner, Ceo dell’impresa ferroviaria Rail Traction Company (Rtc) e Peter Dannewitz della società di logistica intermodale Kombiverkehr hanno concordato sul fatto che dal punto di vista operativo ci sono ancora diversi ostacoli da superare in quanto ogni Paese continua ad avere le proprie regole e le proprie consuetudini oltre a soluzioni tecniche mantenute quasi con gelosia, come il segnalamento ferroviario che stenta a essere integrato. Così come manca una lingua operativa comune nelle relazioni trasfrontaliere.
Su quest’ultimo aspetto, Andrea Galluzzi, responsabile European Rail Freight Corridors di Rfi, ha ricordato come sull’asse del Brennero il gestore italiano della rete ha dato vita a un progetto pilota con l’austriaca Öbb Infra per il superamento delle barriere linguistiche e, di conseguenza, per il miglioramento dell’interoperabilità. Si vedrà.
Secondo Thomas Baumgartner, presidente Anita, per gli utenti è importante soprattutto la competitività della ferrovia. Se la ferrovia propone un’offerta attrattiva, questa viene poi sfruttata. Ma occorre puntare su infrastrutture di qualità e sui terminal, in quanto per esempio Verona Quadrante Europa, è quasi al limite della saturazione. Emanuele Mastrodonato, consigliere delegato di ScanMed RailFreightCorridor, ha ricordato come questa organizzazione costituita da tutti i gestori delle infrastrutture ferroviarie lungo il corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo, ha creato la “Brenner Axis Task Force”, un gruppo di lavoro in cui Rfi, Öbb Infra e DB Netze collaborano con diversi partner a favore di una ferrovia più competitiva. I lavori sono in corso.
Piermario Curti Sacchi