Sulla carta i numeri sono strabilianti, quasi da prestigiatore. Ottocento tra ingegneri ed esperti in varie tecnologie suddivisi in 52 team multidisciplinari e con 50 partner tra aziende e università. Tutto questo per studiare, sviluppare e ingegnerizzare la più sensazionale scommessa dopo l’invenzione dell’aereo a reazione. Il suo nome è Hyperloop, vale dire un treno che grazie alla levitazione passiva può correre all’interno di un tubo sospeso su un lungo viadotto nel quale si è fatto un vuoto d’aria e a una velocità che in teoria non ha limiti, ma che prudentemente viene fissata in 1200 km/h. In pratica come un aereo che viaggia a pochi metri da terra.
Questa tecnologia che potrebbe essere scambiata per un’anticipazione visionaria di Jules Verne è invece un qualcosa che si sta facendo strada, a tal punto che il consiglio d’amministrazione del Gruppo FNM, primo azionista la regione Lombardia, il 20 febbraio 2020 ha dato mandato al presidente Andrea Gibelli di sottoscrivere una lettera d’intenti con la società Hyperloop Italia per uno studio di fattibilità di una linea che adotti questa tecnologia individuando un primo percorso tra Milano e l’aeroporto della Malpensa. Un ipotetico collegamento di questo tipo potrebbe abbattere i tempi di percorrenza tali da ridurre il tragitto a una decina di minuti. Ovviamente tutto quello che sta dietro a questa ipotesi futuribile è tutto da costruire.
Hyperloop Italia fondata nel 2013 da Bipop Gresta parla di una soluzione tecnologica e costruttiva che potrebbe addirittura autofinanziarsi perché i consumi energetici sono inferiori a quelli che può generare utilizzando fonti rinnovabili come i pannelli solari. Comunque sia l’insieme dell’infrastruttura ha un costo di costruzione stimato tra i 18 e i 37 milioni di euro al chilometro. Il treno Hyperloop, attualmente in fase di sviluppo in un impianto realizzato nella francese Tolosa, potrebbe trasportare non solo passeggeri, ma anche merci probabilmente utilizzando roll container con un servizio analogo a quello offerto da Mercitalia Fast con un Etr 500 AV modificato.
Anche tra Milano e Malpensa non si esclude di proporre un servizio merci a favore della cargocity in orari in cui non si effettua il trasporto passeggeri. Ma ovviamente siamo nell’ambito di ipotesi di studio. Nella lettera d’intenti tra FNM e Hyperloop Italia viene indicata una tempistica di sei mesi per lo studio di fattibilità. Se la risposta sarà positiva si proseguirà sulla strada della progettazione e della valutazione economica di tutta l’operazione.
Piermario Curti Sacchi