Che l’Ucraina sia stata da sempre inserita idealmente nella rete transeuropea dei trasporti Ten-T, nonostante non appartenesse all’Unione Europea, era ampiamente noto anche in Italia per il semplice motivo che ogni qualvolta si è parlato della Torino-Lione si è sempre ricordato come questa relazione rientrasse fin dalla prima ipotesi nel Corridoio Mediterraneo Lisbona-Kiev, successivamente rivisto come Algeciras-Budapest. Ma se prima questa ipotesi era poco più che un tracciato tratteggiato su una carta geografica oltre il confine con l’Ungheria, ora lo scenario è profondamente cambiato.
A meno di tre mesi dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, l’Unione Europea e il Governo del presidente Zelensky avevano firmato una prima intesa per rafforzare ed estendere la rete transeuropea dei trasporti coinvolgendo in modo più significativo tutta l’Europa centro-orientale. A quell’accordo è stato trovato anche un quadro giuridico, perché rientra nella Politica europea di vicinato (Pev), una delle iniziative dell’Unione europea per offrire ai paesi limitrofi una relazione privilegiata soprattutto dal punto di vista economico.
Così le ipotesi progettuali individuate in linea di massima già nel 2018, ora vengono riprese e sviluppate. In un certo senso si può dire che le reti dei trasporti gettano un ponte sulla futura adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Il piano della Commissione europea e della Banca mondiale prevede di investire due miliardi di euro per adeguare la rete ferroviaria in Azerbaigian, Georgia, Moldavia e ovviamente Ucraina. Kiev deve essere messa in grado di sviluppare il suo potenziale di esportazioni attraverso una moderna rete di trasporti terrestri considerando la criticità dei principali porti nel Mar Nero.
Per raggiungere però lo scopo della piena integrazione infrastrutturale, occorre investire molte più risorse. Si stima una spesa di quasi 13 miliardi di euro per realizzare o riqualificare 4800 chilometri di strade e ferrovie, mettendo in rete sei porti e una decina di centri logistici. I primi interventi sono sulla piattaforma di lancio. Viene riqualificata ed elettrificata la ferrovia lunga circa 200 chilometri a nord dell’Ucraina verso la Bielorussia tra Berdychiv, Korosten e Berezhest, insieme all’ammodernamento e all’aumento della capacità della ferrovia centrale Hrebinka-Poltava lunga circa 190 chilometri. Sarà potenziata anche la tratta transfrontaliera, breve ma essenziale, tra la località ucraina di Yahodin e il confine con la Polonia, relazioni finora rimaste in secondo piano ma che sono prepotentemente tornate d’attualità.
Piermario Curti Sacchi