Dopo tre settimane dall’inizio dell'invasione dell’Ucraina è ormai evidente che la Russia punta alla conquista almeno della fascia costiera sul Mar Nero e, in particolare, i porti di Mariupol e Odessa. Da qua partiva prima della guerra la gran parte dei prodotti agricoli, minerari e semilavorati (come l’acciaio) esportati dal Paese. I russi non hanno ancora conquistato le due città portuali, ma intanto Kiev sta pensando all’alternativa ferroviaria nel caso non possa più accedere al mare. Lo sta facendo con due operazioni: potenziare i terminal e aumentare il parco rotabile.
Per quanto riguarda i terminal, il Governo sta invitando imprese private a realizzare nuove strutture per le merci nella parte occidentale del Paese, destinate al trasporto internazionale. Lo ha detto il presidente della compagnia ferroviaria statale Ukrzaliznycja, Alexander Kamyshin, precisando che l’offerta vale per terminal sui nodi della rete per Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Già prima dell’inizio delle ostilità l’Ucraina aveva avviato il potenziamento dei collegamenti ferroviari internazionali. L’opera più recente, rimasta incompiuta per la guerra, è un terminal container a Mostyska, nell’area di Leopoli, che sarebbe dovuto entrare in funzione ad aprile 2022. Ma proprio la guerra sta diventando un mezzo per aumentare il parco rotabile, perché il Governo ucraino ha avviato la nazionalizzazione dei 15mila carri di società russe presenti sulla rete ucraina all’inizio dell’invasione. La rete dell’Ucraina conta 22mila chilometri di rotaie.