Per il trasporto terrestre, Hupac rilancia la richiesta d’intervenire in modo coordinato per affrontare le chiusure nella rete ferroviaria europea causate dai lavori sul corridoio Reno-Alpi. “La costruzione simultanea su diversi tratti della linea con insufficienti opzioni di deviazione riduce notevolmente la capacità”, spiega la società. “Le conseguenze sono cancellazioni, ritardi, congestione dei terminal, esplosione dei costi di produzione e il ritrasferimento su strada. La situazione è particolarmente seria nei nostri terminal italiani, dove da settimane l’operatività si svolge in modalità di crisi”.
Il presidente del Cda di Hupac, Hans-Jörg Bertschi, chiede l’istituzione di un Tavolo per istituire linee di bypass stabili, perché questi lavori proseguiranno per i prossimi anni. A questo Tavolo dovrebbero sedere tutti i gestori delle infrastrutture del corridoio, compresa la Francia come partner importante per l’adeguamento e l'elettrificazione del percorso alternativo Wörth-Lauterbourg-Strasburgo sulla riva sinistra del Reno. "Siamo convinti che uno scambio costante e mirato tra i gestori dell'infrastruttura e i clienti del trasporto merci su rotaia sia il fattore chiave per garantire, in futuro, la costruzione e la circolazione sulla più grande arteria di approvvigionamento d'Europa", precisa Bertschi.
Una situazione particolarmente grave si registra da maggio al terminal Hupac di Busto Arsizio-Gallarate, dove i camion devono affrontare lunghe attese per il carico o lo scarico, causando code che raggiungono la superstrada per la Malpensa. Per gestire questa situazione, Hupac ha chiesto agli autotrasportatori di usare il terminal (che lavora su ciclo 24h) anche la notte, ricevendo però una scarsa risposta. Il terminal infatti ha un picco la mattina dalle 7.00 alle 9.00, quando si presentano ai varchi fino a 250 veicoli industriali.