Il trasporto combinato è un mercato in crescita il cui sviluppo è fortemente influenzato non solo dalla domanda, ma anche dalla capacità disponibile sulla rete ferroviaria e dalla qualità dei servizi offerti. Rete ferroviaria a parte, in quanto di diretta competenza dei gestori, è sulla qualità dei servizi dove occorre investire a tutto campo. Così può essere tradotto in sintesi il programma di sviluppo del gruppo Hupac, società svizzera protagonista del trasporto intermodale in tutto il continente europeo. Hupac a maggio 2022 insieme alla presentazione dei risultati di bilancio 2021 ha anticipato le iniziative e gli impegni per i prossimi anni condensati nel piano Strategia 2026.
Nel 2021 l’operatore svizzero ha trasportato 1.123.600 spedizioni stradali nel traffico combinato strada/rotaia e nel trasporto marittimo inland. Rispetto all’anno precedente, sono stati trasferiti su rotaia circa 100mila veicoli in più, pari a un aumento del 10,7%. Hupac ha così raggiunto nuovamente il volume di traffico pre-pandemia del 2019, anzi ottenendo un ulteriore aumento di quasi il 10%. Covid 19 a parte, Hupac ha ottenuto questi risultati posando mattone su mattone nel corso degli anni e investendo in strutture ma soprattutto nell’organizzazione aziendale. Ma ora le ambizioni sono ancora maggiori.
Con la Strategia 2026, basata sulla qualità del servizio da mettere sempre al primo posto, Hupac si pone come obiettivo quello della crescita del traffico del 40% rispetto al 2021 fino a raggiungere 1,6 milioni di spedizioni stradali annuali. Alla base di questa sfida ci saranno investimenti nei terminal e nel materiale rotabile oltre alla trasformazione digitale con un impegno totale di spesa di 300 milioni di franchi (286 milioni di euro).
Secondo Hupac la qualità è il requisito fondamentale per la fiducia del mercato e la crescita del traffico. Qualità messa a dura prova dalle prestazioni della rete ferroviaria, soprattutto quella transalpina caratterizzata da un’intesa attività di cantieri in corso. Il gruppo svizzero vuole raggiungere una puntualità ferroviaria del 90%, investendo in risorse aggiuntive e riserve strutturali lungo l’intera catena di servizio, come l’aumento della squadra di macchinisti che Hupac tiene sotto contratto in caso di necessità operative.
Ovviamente tutto quello che sta fuori dal perimetro aziendale, vale a dire l’infrastruttura ferroviaria, non può essere gestito e programmato da Hupac, ma c’è solo l’auspicio che al più presto possano essere colmate le carenze attuali, come la necessità di corridoi transalpini alternativi a quello Reno-Alpi, ora a rischio in caso di perturbazioni nell’esercizio.
Al centro della Strategia 2026 c’è un ulteriore consolidamento sull’asse di trasporto nord-sud, ma anche l’espansione sulla rete trasversale di tutta l’Europa. In primo piano gli investimenti nei terminal come le nuove strutture di Milano Smistamento e Piacenza da realizzare congiuntamente con Mercitalia Logistics entro il 2025, l’espansione del Cim di Novara entro lo stesso anno, mentre a fine 2022 la società metterà in funzione il terminal di Brwinów nell’area di Varsavia. Hupac partecipa anche alla costruzione del Gateway terminal di Duisburg (2025) e del Gateway nord di Basilea (2026).
Resta però una sfida, ancora tutta da giocare, quella della maggiore considerazione delle esigenze del trasporto ferroviario delle merci. Così Michail Stahlhut, Ceo del Gruppo Hupac: “Il trasporto passeggeri e quello merci devono essere trattati allo stesso modo, nello sviluppo della rete, nella definizione degli orari e nell’operatività quotidiana”. Qui il cammino da fare è ancora lungo.
Piermario Curti Sacchi