Ma il governo francese crede ancora nella Torino-Lione? La domanda torna d’attualità dopo l’allarme lanciato già nel giugno 2022 da La Transalpine, un’associazione francese di sostenitori istituzionali e imprenditoriali della nuova direttrice ferroviaria, impegnati in prima linea non solo nel promuovere questo investimento, ma nel vigilare che non ci siano battute d’arresto o passi falsi. Secondo La Transalpine il governo francese punterebbe all’ammodernamento della Digione-Modane al posto della realizzazione della tratta nazionale dall’imbocco del tunnel di base a Saint-Jean-de-Maurienne fino a Lione.
Ora una conferma a questa tesi viene da un rapporto messo a punto dal Conseil d'Orientation des Infrastructures, un organismo consultivo del ministero dei Trasporti francese. Anche se questo documento non propone un’unica soluzione, ma analizza varie alternative di tracciato e lascia le porte aperte per una decisione finale che comunque spetta al Governo nei prossimi mesi, appare chiara la preferenza indicata verso la direttrice Digione-Modane invece del corridoio che collegherebbe il tunnel di base del Moncenisio con Lione. Le ragioni sono sia economiche sia infrastrutturali, in quanto sarebbero sufficienti 600 milioni di euro e con un tracciato più agevole da adeguare rispetto agli investimenti impegnativi previsti tra Saint-Jean-de-Maurienne e Lione, con lunghi tratti in galleria. Il vantaggio sarebbe legato anche ai tempi di realizzazione più contenuti con il completamento dei lavori previsto per il 2030.
Se così fosse, la nuova linea tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne finirebbe al secondo posto delle priorità e potrebbe essere messa in cantiere verso la metà degli anni Trenta con previsioni di completamento intorno al 2045, oltre un decennio dopo la prevista messa in esercizio del tunnel di base del Moncenisio. Ma in questo caso la Francia perderebbe l’opportunità del cofinanziamento europeo previsto per il corridoio tra Torino e Lione. In più occasioni, l’Unione europea, per la quale il corridoio Mediterraneo resta uno dei progetti prioritari, ha richiamato la Francia a predisporre i progetti della tratta nazionale. I richiami sono arrivati sia dalla coordinatrice europea responsabile del progetto ferroviario Torino-Lione, Iveta Radičová, sia da Adina Vălean, commissaria europea ai Trasporti. Ma il governo francese ha sempre preso tempo.
La domanda da porsi però, guardando la questione con gli occhi italiani, è se lo slittamento dei tempi di realizzazione della tratta francese della Torino-Lione rappresenta un grave svantaggio per il nuovo corridoio ad alta capacità. La risposta è sicuramente positiva se si pensa ai servizi passeggeri ad alta velocità tra Milano, Torino, Lione e Parigi. Per i treni merci invece, probabilmente avrebbe più senso intervenire sull’itinerario tra Digione e Ambérieu. Questo per il semplice motivo che le merci sono mosse dai poli industriali del nord della Francia e non percorrendo le linee veloci riservate ai passeggeri non hanno l’esigenza di raggiungere Lione. Inoltre, è molto più agevole intervenire sull’itinerario via Ambérieu che oltretutto presenta pendenze più favorevoli per i treni merci.
Al contrario, se tra Lione e Chambéry fosse costruita solo una linea veloce per i passeggeri, questa potrebbe avere pendenze anche importanti (il 35 per mille invece del 12,5 per mille) sfruttando la notevole potenza dei treni AV con costi di realizzazione dell’infrastruttura nettamente inferiori. Ciò che conta veramente in definitiva, è che comunque si investano risorse per adeguare anche se per fasi tutti gli itinerari oltre il Moncenisio.
Piermario Curti Sacchi