L’inflazione, tornata a salire in seguito alla turbolenza sui mercati legata alla guerra in Ucraina, gioca un brutto scherzo anche per le tariffe ferroviarie, quelle che si pagano per l’accesso alla rete. Il caso più eclatante riguarda i Paesi Bassi, dove in seguito all’annuncio di un consistente ritocco a partire dal 2024, è scaturito un vivace dibattito con gli operatori del trasporto merci.
Già per l’anno 2023, il gestore della rete ferroviaria olandese ProRail aveva aumentato il costo per l’uso delle tracce del 12%, ora è stato stabilito un ulteriore ritocco del 10,5% che scatterà nel 2024. ProRail giustifica l’adeguamento come conseguenza inevitabile dell’andamento dell’inflazione e dei costi come quello dell’energia, sostenendo addirittura che non ha voluto deliberatamente penalizzare il trasporto merci in quanto l’indice dei costi sarebbe stato molto più elevato, intorno al 14%.
L’aumento delle tariffe per il 2024 ovviamente non è stato accolto con favore dagli operatori che temono una ricaduta negativa per la competitività del vettore ferroviario. RailGood, un gruppo di interesse che oltre a rappresentare imprese e operatori del settore ha come missione quella di sostenere e sollecitare il passaggio alla modalità ferroviaria, ha giudicato questa iniziativa come una tenaglia.
RailGood osserva come già nel corso del 2023 le tariffe sono aumentate del 12% contro il 2,3% stabilito dal gestore della rete in Germania. Inoltre, c’è il rischio che vengano ritoccati anche altri costi, come quelli della sosta negli scali o quelli delle operazioni di manovra. Le tariffe ferroviarie tedesche più contenute potrebbero favorire gli operatori del trasporto in Germania a scapito di quelli olandesi, per esempio facendo scegliere di preferenza i porti tedeschi serviti dalla ferrovia.
Secondo RailGood è legittimo che ogni Paese abbia una propria struttura tariffaria, ma l’Europa dovrebbe svolgere un’azione più incisiva per uniformare le condizioni di accesso alla rete in un’ottica veramente comunitaria. L’associazione degli operatori non si è limitata a prendere posizione pubblicamente, ma ha inviato una lettera al Segretariato di Stato per le infrastrutture con la quale si chiede di congelare i costi della rete e di rimuovere quelli dei servizi aggiuntivi, come l’aumento delle tariffe per l’utilizzo dei raccordi e degli scali di smistamento scattate a gennaio 2023. RailGood ha calcolato che questi costi potrebbero aumentare complessivamente da quattro a sette milioni di euro nel 2024 e altri quattro milioni nell’anno successivo.
Piermario Curti Sacchi