Potremmo definirli gli effetti collaterali del Pnrr sulla rete ferroviaria nazionale. Nel corso del 2023 si apriranno numerosi cantieri in seguito alle gare assegnate da Rfi, lavori che hanno un impatto sulla capacità ferroviaria tutt’altro che indifferente e che si aggiungono agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. A segnalare puntualmente quanto questi lavori incidano sul traffico e in particolare quello merci è la prima edizione del Rapporto annuale trasporto ferroviario merci italiano redatta da Fermerci, l’associazione degli operatori di settore.
Nel corso del 2023, mettendo insieme il calendario di lavori annunciato da Rfi, ci saranno 1361 giorni di indisponibilità totale di linea e 1260 giorni di indisponibilità di binario. Il potenziamento della rete, se nel medio e lungo termine consente di migliorare prestazioni e capacità, nel breve significa chiusure, deviazioni e rallentamenti. E questo prezzo lo pagano soprattutto, se non esclusivamente i treni merci.
Il quadro delle criticità coinvolge in particolare la rete ferroviaria del nordovest, dove tra adeguamenti della sagoma in galleria al profilo PC80, manutenzioni straordinarie, lavori di rinnovo binari e varie interconnessioni a servizio del futuro Terzo Valico sono parecchie le ricadute sulla regolarità dell’esercizio.
Nel rapporto di Fermerci si parla di un impatto a causa di cancellazioni di tracce o di deviazioni superiore al 50% in ognuna delle linee interessate. In particolare nel nodo di Genova sono previsti 250 giorni di interruzioni di linea, oltre alla chiusura dello scalo di Rivalta Scrivia e all’indisponibilità per un anno della Rivalta-Tortona. Chiusure a singhiozzo anche per la Pontremolese Parma-La Spezia per interventi su sette travate metalliche.
Nella rete del centro Italia si segnalano i 90 giorni di interruzioni di linea sulla Bologna-Firenze storica per l’adeguamento della sagoma in galleria e 30 giorni per manutenzione straordinaria sulla Ancona-Orte. Al sud gli impatti dei cantieri riguardano la Roma-Cassino con 37 giorni di interruzione per portare le gallerie al profilo PC80 e un mese di interventi sulla Taranto-Metaponto per la sostituzione di travate metalliche.
Questo purtroppo è un prezzo da pagare perché nonostante il potenziamento dell’infrastruttura messo in atto nel corso degli ultimi vent’anni, resta molto da fare per allineare la rete italiana agli standard di trasporto europei con treni lunghi 750 metri con una massa trainata superiore a 2mila tonnellate e un profilo senza limiti di sagoma per i trasporti intermodali. E più si velocizzano questi interventi, più si offre un’infrastruttura adeguata.
Piermario Curti Sacchi