Mentre alcuni progetti annunciati dall’impresa innovativa di turno inseguono tecnologie futuristiche tutte da dimostrare, come la levitazione su ferrovie tradizionali, dagli Stati Uniti arriva una proposta ben più concreta che se adottata potrebbe innovare e rilanciare il servizio ferroviario merci, per lo meno in alcuni ambiti specifici. In dettaglio si tratta di un carro elettrico a batteria a trazione autonoma che può viaggiare singolarmente su una ferrovia tradizionale, oppure insieme ad altri veicoli analoghi formando quello che all’apparenza può sembrare un treno merci ma in realtà è un plotone di carri.
I test di questo vagone giunto ormai alla seconda generazione hanno preso il via nel novembre 2022 su un circuito di prova in California e ora nel settembre 2023 si è chiuso il primo ciclo sperimentale che ha confermato pienamente le aspettative della progettazione dal punto di vista della marcia autonoma in tutti i suoi aspetti (dinamico e di sicurezza), oltre alle prestazioni in frenata, compresa quella di emergenza. A portare avanti questo progetto è Parallel Systems, un’azienda fondata nel 2020 da un gruppo di ex ingegneri di SpaceX, la società aerospaziale fondata da Elon Musk. Il prossimo passo sarà quello dei test di idoneità che aprono la strada all’omologazione e saranno condotti nel 2024 da una consociata dell’Association of American railroads che rappresenta le principali ferrovie merci del Nord America.
Il carro autonomo sviluppato da Parallel Systems è pensato essenzialmente per l’inoltro di container o analoghe unità di trasporto e può essere gestito in remoto oppure in piena autonomia di marcia in quanto dotato dei più sofisticati sistemi ottici e di radiorilevamento. L’obiettivo è quello di rilanciare il servizio merci su una rete ferroviaria come quella americana molto estesa e con un’ampia capacità non sfruttata, dove quindi ci sono spazi per questa tipologia di servizi di trasporto in assoluta sicurezza. Il panorama delle ferrovie in Europa però è molto diverso da quello americano e la soluzione prospettata da Parallel Systems potrebbe trovare il suo impiego soprattutto su linee in tutto o per buona parte riservate al traffico ferroviario merci, prive di interferenze come i passaggi a livello o le stazioni passeggeri.
Entro il 2023 saranno conclusi anche i test di esercizio effettivo con più carri in marcia simultanea. Occorre infatti specificare che ogni vagone è alimentato individualmente da un motore di trazione elettrico a batteria, pertanto non necessità di un locomotore e quindi finisce con il formare un convoglio che solo all’apparenza può sembrare un treno, ma in realtà è un plotone di carri uno dietro l’altro: se ne prevedono fino a cinquanta, sfruttando quindi in modo più efficiente la capacità della linea ferroviaria.
Anche dal punto di vista tecnico i carri non hanno bisogno di agganciarsi e sganciarsi, ma semplicemente si avvicinano l’uno all’altro e stabiliscono un contatto elettrico che garantisce la marcia a velocità omogenea e la sicurezza (se il primo carro rallenta o frena, tutti gli altri si dispongono di conseguenza). Così come il singolo vagone, anche il plotone di carri è completamente automatizzato.
La sperimentazione non è fine a sé stessa, ma ha già un risvolto commerciale. La Genesee & Wyoming, una holding americana di ferrovie a corto raggio, per la rete dello stato americano della Georgia ha avanzato alle autorità ferroviarie federali la richiesta di avviare un servizio pilota con la soluzione tecnologica di Parallel Systems da utilizzare in particolare nei porti interni.
Piermario Curti Sacchi