Per il Cim, l’interporto di Novara, si avvicina il giorno della svolta. La società di gestione della struttura intermodale che fa capo a Hupac ha avviato un vasto programma di potenziamento degli impianti ferroviari. Il bando dei lavori, lanciato a maggio 2023, stabilisce che le offerte siano consegnate entro il 21 luglio 2023. Una volta assegnata la gara, si stima un rapido avvio dei lavori. È previsto il completo rinnovo dell’armamento ferroviario di ingresso al terminal con le relative opere di rimozione dell’esistente e di bonifica dell’area.
I lavori saranno divisi in due fasi: la prima, quella principale, ha un valore che sfiora i tre milioni di euro, mentre la seconda di completamento vale poco più di 600mila euro. Altri interventi sono già in corso all’interporto e riguardano l’accesso stradale insieme all’introduzione dei portali Ocr per la lettura automatizzata dei dati identificativi delle Uti in transito.
Queste opere di potenziamento sono l’esempio più tangibile della gestione imprenditoriale impressa da Hupac con il nuovo corso a partire dal 2019. Il Cim era nato nel 1987 per volontà di Finpiemonte e Comune di Novara. L’interporto venne pensato quale evoluzione dello scalo intermodale di Novara Boschetto dove, sin dalla metà degli anni ’60, grazie alla posizione geografica di Novara, si svilupparono i primi traffici intermodali da e verso il nord Europa, in particolare Belgio e Olanda.
L’attività operativa del terminal intermodale ha avuto inizio solo nel 1995. Ma la gestione pubblica, seppur con risultati positivi, non ha mai brillato per scelte di vasto respiro, fedele a un modello che privilegiava più il presidio del territorio che lo sviluppo. Ora la svolta arriva con i lavori promossi da Hupac.
L’esempio più simbolico è rappresentato dal ponte sul torrente Terdoppio che unisce i binari di raccordo con quelli dello scalo. Inizialmente solo un’esile passerella a un binario ha garantito un minimo di operatività. Poi a distanza di anni, con un investimento significativo era stato realizzato un triplo ponte che può ospitare fino a sei binari di raccordo, ma questo manufatto in ferro è rimasto a lungo inspiegabilmente inutilizzato. Solo ora sarà raccordato completamente allo scalo intermodale mettendo in esercizio tutti i binari che può ospitare.
In una fase successiva di sviluppo del terminal si arriverà ad avere dieci binari tutti sotto gru, mentre ora si opera con caricatori semoventi. In futuro si avranno pertanto due moduli con cinque binari ciascuno tutti serviti da coppie di gru a portale. Si stima che il riassetto finale del piazzale possa richiedere un investimento complessivo di 70 milioni di euro. Vista la crescita dei traffici, resta aperta in prospettiva anche l’ipotesi di ampliare il polo verso est, nell'area tra Pernate e Galliate, progetto che però è stato sempre osteggiato dalle amministrazioni locali.
Ma tutto l’areale merci di Novara è destinato a un’importante evoluzione. Rfi si è impegnata a investire 80 milioni di euro (a prezzi attuali però potrebbe sfiorare i cento). Sono tre i progetti ormai definitivamente delineati, anche se i tempi di realizzazione vengono di volta in volta posticipati: la bretella per collegare direttamente a nord lo scalo merci con la direttrice del Sempione, la ricollocazione del terminal dell'autostrada viaggiante (RoLa) e l'adeguamento del fascio binari del Boschetto da ripensare secondo lo standard europeo da 750 metri.
Piermario Curti Sacchi