Quando nel 2017 i tre parlamenti nazionali ratificarono l’accordo intergovernativo per la realizzazione del nuovo corridoio ferroviario internazionale che collega le repubbliche baltiche alla Polonia, non mancarono le critiche nei confronti di questo progetto. Le perplessità non erano legate solo all’impegno economico, ma soprattutto a una questione di priorità. Fino ad allora, Estonia, Lettonia e Lituania avevano avuto relazioni più strette con la Russia rispetto al resto dell’Europa e la nuova ferrovia transfrontaliera, conosciuta come Rail Baltica, appariva un’infrastruttura voluta più da Bruxelles per ragioni politiche che da esigenze di trasporto locali. Ma in pochi anni lo scenario politico è profondamente mutato e ora con la guerra in Ucraina appare addirittura vitale la necessità di disporre di un collegamento ad alta capacità diretto e autonomo rispetto alla Russia tra le repubbliche baltiche e l’Europa.
Nel frattempo, Rail Baltica è passata dai progetti ai cantieri, seppur con alcuni ritardi rispetto al cronoprogramma iniziale. Nell’aprile 2022, RB Rail che è il promotore dell’opera per conto dei tre Paesi, ha annunciato nuovi appalti nel corso dell’anno per un valore di due miliardi di euro. I lavori che saranno assegnati nel 2022 riguardano l’impiantistica ferroviaria e precisamente l’elettrificazione, i sistemi di segnalamento e di comando e controllo della linea, oltre alla progettazione dettagliata e alla supervisione della tratta che dalla interconnessione lituana di Kaunas raggiunge la Polonia.
RB Rail finora ha coinvolto nel progetto 200 aziende baltiche insieme a 50 società internazionali con oltre 150 contratti attivi per un totale di 900 milioni di euro. Tra le varie opere da realizzare lungo il corridoio ferroviario si inserisce l’appalto del valore di 64 milioni di euro recentemente assegnato all’italiana Rizzani de Eccher per la costruzione di un ponte lungo 1510 metri a grandi campate vicino alla località lituana di Jonava.
La ferrovia Rail Baltica si sviluppa per 870 chilometri, da Tallinn, capitale dell’Estonia alla Polonia. È finanziata all’85% dall’Unione europea attraverso lo strumento Connecting Europe Facility, per un costo complessivo stimato originariamente in 5,8 miliardi di euro. Crea un ponte ferro-marittimo tra la Finlandia, l’omonimo Golfo e il cuore dell’Europa del nord. Ha anche un profondo significato geopolitico che giustifica l’importante impegno finanziario comunitario, quello di creare il primo corridoio ferroviario trasversale tra le tre repubbliche baltiche, legandole al continente europeo, mentre storicamente le relazioni ferroviarie erano connesse con la realtà russa.
Per la sua visione europea, l’infrastruttura adotta lo scartamento standard internazionale invece di quello largo russo tipico della regione baltica, alimentazione elettrica a 25 kV in alternata e sistema di segnalamento europeo Ertms/Etcs. Il carico massimo assiale sarà di 25 tonnellate (il valore più elevato nella classificazione Uic, non previsto in Italia), adatto ai treni merci pesanti che potranno essere lunghi fino a 1000 metri e viaggiare a 120 km/ora.
Piermario Curti Sacchi