Il dado ormai è tratto e la data è stata scolpita nella pietra. Entro giugno 2022 sarà definito il futuro logistico di Alessandria e quindi quello del retroporto di Genova. L’impegno è stato assunto pubblicamente da Christian Colaneri della direzione commerciale di Rfi in occasione degli Stati generali della logistica del Nord Ovest che si sono tenuti ad Alessandria il 21 aprile 2022. Entro quella data Rfi definirà le specifiche funzionali di dettaglio insieme alla redazione del documento di valutazione delle alternative di progetto per l’area logistica dell’alessandrino.
L’enfasi dell’annuncio può apparire eccessivamente retorica, ma non lo è. Ed è la storia che lo sta a testimoniare. Del futuro dello scalo ferroviario di Alessandria, in passato uno dei più grandi e movimentati d’Italia e ora quasi inutilizzato, e della sua possibile funzione di retroporto genovese se ne parla da decenni. Praticamente da sempre, fin dalla sua costituzione, è stato il cavallo di battaglia di Slala (Sistema logistico del nordovest d’Italia), nata nel 2003 come società a responsabilità limitata e quindi trasformata in fondazione nel 2007, per poi diventare una fondazione di partecipazione nel 2019, costituita da numerosi enti, istituzioni e associazioni che con alterne fortune e interesse vi hanno partecipato. Ormai non si contano più le idee, le proposte, i progetti, che sono arrivati fino alla soglia dell’approvazione, per poi tornare alla casella di partenza, come se fossero caduti nelle penalizzazioni. L’ultimo quaderno di Slala, di oltre cento pagine, racconta questi progetti finiti nel nulla.
Ma ora, come si diceva, sembra la volta buona. Due le possibili funzioni per lo scalo di Alessandria smistamento al vaglio di Rfi. La prima prevede il ruolo di gateway o hub. In questo caso si offre la possibilità di scambio intermodale gomma-ferro con la rottura di carico dei trasporti da e per il terminal di Alessandria sia in ambito nazionale sia internazionale. In pratica si parla di terminal intermodale. La seconda funzione è quella del retroporto con la possibilità di scambio intermodale gomma-ferro per le merci originate o dirette verso i porti di Genova e Savona e l’ipotesi di rottura di carico con rilancio su ferro verso l’estero per i soli servizi generati dai due porti liguri.
Gli scenari di progetto in fase di analisi da parte di Rfi sono dunque articolati. La realizzazione di un nuovo terminal ad Alessandria, anche solo legato a funzioni di retroporto, favorisce un trasferimento modale dalla strada alla ferrovia a servizio del corridoio Reno-Alpi. Nel caso in cui si realizzi anche un terminal intermodale si possono intercettare anche i flussi interni e quelli verso la Francia nella prospettiva della futura Torino-Lione, già funzionale con il nuovo tunnel di base del Moncenisio. A breve Rfi dovrà sciogliere le riserve, la campanella dell’ultimo giro è già suonata.
Piermario Curti Sacchi