Con l’ultimo comunicato emesso pochi giorni prima di Natale 2021 il gruppo Webuild annunciava l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria San Tomaso in costruzione nel nodo ferroviario di Genova. Con quest’opera che fa parte del Progetto unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova, l’avanzamento delle attività di scavo in sotterraneo nel capoluogo ligure raggiunge l’83%. Questa notizia, del resto correttamente comunicata senza sbilanciarsi in previsioni, ha alimentato nuovamente un dibattito mai risolto sul cronoprogramma dei lavori che riguardano il nodo di Genova e soprattutto sui tempi di conclusione dei cantieri del Terzo valico.
La confusione non è poca e non si tratta di suddividere il campo tra ottimisti e pessimisti, ma almeno sarebbe utile cercare di mettere i numeri uno dietro l’altro, cosa non facile viste le posizioni dei protagonisti. A creare non poco smarrimento sono state le dichiarazioni di segno opposto provenienti tutte dal Gruppo Fs. Gianfranco Battisti, allora amministratore delegato ma ormai a fine mandato, aveva pronosticato il 2024 come l’anno della svolta con la conclusione dei lavori principali sul Terzo Valico. Pochi giorni dopo, Vera Fiorani, al vertice di Rfi, con un bagno di realismo ha spostato molto in avanti la data sul calendario. I tempi, comunque, stanno scritti nell’edizione aggiornata del Pnrr.
Nodo di Genova e Terzo valico viaggiano quasi in parallelo e si prevede la conclusione dei lavori principali per la fine del 2025 con la possibile messa in esercizio entro la metà del 2026. Queste previsioni appaiono del tutto realistiche anche alla luce della situazione nei cantieri del Terzo Valico, dove le condizioni geologiche riscontrare sono state in parte peggiori rispetto a quelle di progetto, con tratte perturbate dove si è riscontrato un fenomeno ben noto ai minatori (e risolto con soluzioni da manuale al Gottardo), ossia la roccia spingente che richiede notevoli opere di rinforzo e un allungamento dei tempi di avanzamento. I vertici del Cociv, il general contractor concessionario dell’opera, ufficialmente non hanno comunicato previsioni, ma neppure hanno smentito le ipotesi più pessimistiche.
Anche i progetti di parziale quadruplicamento di tutta la direttrice tra Milano e Tortona procedono con il freno tirato, anche per via dei finanziamenti effettivamente resi disponibili. La prima tratta tra Milano Rogoredo e Pieve Emanuele, l’unica per la quale c’è un minimo di certezza, dovrebbe diventare realtà entro il 2026, mentre da quest’ultima località a Pavia l’orizzonte si sposta molto in avanti ed è abbastanza realistico ipotizzare per lo meno il 2030. Anche tra Tortona e Voghera solo le opere propedeutiche, di fatto quelle legate al Terzo Valico, possono essere date per certe, sul resto l’orizzonte è avvolto dalla nebbia. Con i traffici del porto di Genova che aspettano sempre nuovi binari per correre.
Piermario Curti Sacchi