In Italia non è solo il trasporto ferroviario di passeggeri a mostrare seri problemi, con una serie di cancellazioni e ritardi anche nell’alta velocità, ma soffre pure quello delle merci. Lo ha messo in evidenza il 25 gennaio 2025 l’associazione Fermerci, secondo cui i dati preliminari del 2024 mostrano una riduzione del traffico pari a circa un milione di treni-chilometro rispetto all’anno precedente. Rispetto al 2021, anno della ripresa post-pandemica, il calo complessivo ha toccato il cinque percento, pari alla perdita di tre milioni di treni-chilometro. Secondo il direttore generale di Fermerci, Giuseppe Rizzi, questo è un segnale preoccupante di una contrazione progressiva che rischia di minare la competitività di un comparto strategico per la sostenibilità e la crescita economica.
Nonostante il quadro critico, Rizzi ha evidenziato alcune iniziative politiche introdotte dal Governo a fine 2024 come segnali di incoraggiamento. Tra queste, l’incremento del contributo Ferrobonus per il periodo 2025-2027. Inoltre, sono state introdotte misure di incentivo alle manovre ferroviarie nei porti nazionali. Grazie a questa norma, le Autorità di Sistema Portuale potranno sviluppare strumenti di sostegno specifici, aumentando la competitività del sistema portuale italiano.
Però, questi interventi, pur apprezzati, non sono sufficienti a compensare le difficoltà del settore. Rizzi ha infatti sottolineato come le previsioni per il 2025 siano ancora segnate da criticità, tra cui le interruzioni ferroviarie legate ai lavori del Pnrr, il continuo aumento dei costi energetici e un contesto economico europeo instabile.
A conferma della complessità della situazione, Rizzi ha presentato i dati relativi agli investimenti effettuati nel periodo 2021-2023. Circa 700 milioni di euro sono stati destinati all’acquisto di 196 nuove locomotive, un segnale di fiducia da parte delle imprese del settore nella ripresa del mercato. Tuttavia, questa fiducia rischia di essere minata: infatti, la legge di bilancio ha previsto un taglio di circa 70 milioni di euro agli incentivi per locomotive e carri, un intervento che potrebbe avere conseguenze devastanti per le aziende che hanno già sostenuto investimenti significativi.
“Per garantire un rilancio stabile e duraturo - ha dichiarato Rizzi - è fondamentale investire in modo strutturale sulle infrastrutture e sui servizi logistici, sostenendo chi ha scelto di puntare sull’innovazione e sulla sostenibilità. Il trasporto ferroviario merci può e deve essere una leva per la crescita economica nazionale ed europea”, dichiara Rizzi, concludendo che “investire nel trasporto ferroviario merci significa investire nel futuro del Paese. Ma questo sarà possibile solo se le imprese potranno contare su incentivi adeguati e su un quadro normativo stabile e prevedibile”.