Le ferrovie tedesche sembrano proprio finite sotto una cattiva stella. Già messe a dura prova per i cantieri infiniti, inciampate nello scandalo delle traversine difettose, ora una nuova doccia fredda arriva da un rapporto di Deutsche Bahn che riguarda il corridoio del Reno. Al centro dell’attenzione la costruzione del tunnel di Rastatt, un’opera tuttora in corso e che rappresenta la soluzione definitiva per porre rimedio all’incidente che bloccò la linea nell’agosto del 2017.
Il completamento del manufatto con tutti i collegamenti, secondo i piani di ricostruzione stabiliti nel 2019, era previsto per il 2025 con l’apertura definitiva all’esercizio. Ora le DB parlano di fine lavori posticipati alla metà del 2026. Se non ci fosse stato il crollo del tunnel in quel 12 agosto 2017, la nuova linea quadruplicata tra Karlsruhe e Offenburg, tratta centrale del corridoio del Reno verso Basilea, sarebbe stata aperta nel corso del 2022. E invece questi piani sono inesorabilmente saltati e ora al ritardo si aggiunge un ulteriore slittamento dei tempi.
Secondo fonti tedesche la canna ovest del nuovo tunnel di Rastatt è ormai completata, ma i problemi sorgono con la costruzione delle ulteriori opere sul lato est in quanto la gigantesca perforatrice danneggiata nel crollo del 2017 sarebbe ancora in sede. Prima di costruire la canna est occorre rimuovere la fresa, ma per rendere possibile questa operazione bisogna realizzare una fossa di scavo profonda 17 metri e lunga 200 metri. Questa operazione è pianificata solo nella metà del 2023. Solo allora si potrà avviare la conclusione dei lavori del tunnel.
Il crollo della galleria a Rastatt nel 2017 durante i lavori di costruzione, dovuto a un errore umano di progettazione e di esecuzione, ha causato un fermo senza precedenti per la catena logistica ferroviaria in tutta Europa. La chiusura per 51 giorni della tratta da Karlsruhe a Basilea del fondamentale asse del Reno ha messo in luce la fragilità dei corridoi ferroviari fondamentali in assenza di itinerari alternativi.
Un’indagine effettuata da Hanseatic Transport Consultancy ha calcolato che ci sono stati danni per le imprese ferroviarie di trasporto merci superiori ai due miliardi di euro. A quanto risulta, nessuna impresa è mai stata risarcita, anche perché le indagini sul crollo non si sono ancora concluse.
Piermario Curti Sacchi