Il tragico incidente ferroviario avvenuto la mattina di martedì 12 luglio 2016 si sarebbe molto probabilmente potuto evitare se sul tratto di linea ferroviaria in cui si sono scontrati frontalmente i due treni delle compagnia Ferrotramviaria fosse stato attivato il sistema di sicurezza che blocca automaticamente i treni se la la linea è occupata da due convogli. È una tecnologia ormai matura e diffusa in tutta Europa. Probabilmente la società che gestisce la linea attendeva d'installarla durante la realizzazione del secondo binario. la cui gara di appalto scade il 19 luglio.
Indipendentemente dalle cause dell'incidente, questo disastro pone in luce un altro nodo di tipo amministrativo, che causa ritardi e aumenti dei costi nell'installazione di sistemi di sicurezza automatici. È la mancata applicazione integrale del cosiddetto "cross acceptance", che permette un'unica omologazione comunitaria di un componente del sistema ferroviario. Se fosse integralmente adottato, un sistema di sicurezza o un suo elemento potrebbe essere omologato dalle Autorità di un Paese e quelle degli altri dovrebbero accettarlo senza ulteriori procedure. Nel settore automobilistico, ciò avviene da molto tempo.
Nelle ferrovie, invece, gli elementi delle ferrovie devono essere omologati nei vari Paesi e nella commissione partecipano anche persone legate al gestore della rete. Questo sistema causa diversi inconvenienti. Il primo è che uno Stato attui strategie protezioniste verso la propria industria nazionale per ostacolare l'introduzione di sistemi stranieri, magari più moderni ed efficienti. La seconda è in alcuni Paesi, tra cui l'Italia, le procedure di omologazione possono essere lunghe e costose, ritardandone l'applicazione.
TrasportoEuropa ha raccolto la testimonianza di un ingegnere che opera in questo settore, che ha avuto la diretta esperienza di procedure di omologazione italiane lunghe fino a cinque anni per sistemi già omologati in altri Paesi comunitari. Ciò significa impiegare per questo periodo risorse umane, ma anche pagare tradizioni certificate e svolgere test per dimostrare caratteristiche magari già provate all'estero. Un passo in avanti in questa direzione aumenterebbe quindi la sicurezza ferroviaria.
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