Sono 59 pagine ricche di analisi, di osservazioni e di proposte messi insieme in modo diligente e anche graficamente elegante, ma purtroppo in sintesi il risultato è solo quello di un elenco di progetti ampiamente conosciuti, senza la possibilità di favorire la loro realizzazione o di incidere nei processi decisionali. Stiamo parlando del Libro Bianco sulle priorità infrastrutturali della Lombardia, un documento messo a punto da Unioncamere Lombardia con il supporto tecnico e scientifico di Uniontrasporti.
Lo studio mette in luce quelle che secondo le imprese rappresentate dal sistema camerale vengono classificate come opere indifferibili per favorire la competitività dell’economia lombarda. Qui vengono indicati i venti interventi definiti maggiormente strategici, insieme a diciotto opere regionali di secondo livello e quattordici priorità territoriali. Ma come spesso avviene con questi documenti seppur lodevoli, il Libro Bianco non va al di là di una sorta di promemoria indirizzato agli amministratori locali e nazionali sulle cose da fare. Del resto non si può richiedere e pretendere da uno studio camerale un ruolo operativo.
Limitiamo l’analisi al sistema logistico e alle infrastrutture ferroviarie indirizzate soprattutto al trasporto merci. Ai primi posti delle priorità viene indicato il quadruplicamento della linea internazionale Chiasso-Monza, una richiesta destinata però a rimanere a lungo nel libro dei sogni. Rfi ha sempre sostenuto che bastano gli interventi tecnologici programmati e in parte già eseguiti in quanto la capacità della linea attuale è sufficiente almeno fino all’orizzonte del 2030. Peccato però che un investimento come realizzare due nuovi binari ad alta capacità, non si può programmare dall’oggi al domani. Non a caso la Svizzera, in più occasioni, ha sottolineato l’importanza di questo intervento come prosecuzione ideale della ferrovia transalpina del Gottardo e fondamentale asse ferroviario merci.
Al centro dell’attenzione di Unioncamere c’è anche il quadruplicamento della linea Milano-Pavia-Voghera-Tortona quale accesso al Terzo valico, un intervento che muove solo ora i primi passi con le procedure del dibattito pubblico e oltretutto limitatamente alla prima tratta a sud di Milano e alla Voghera-Tortona. Anche un’altra ferrovia lombarda, ora caratterizzata soprattutto dal trasporto passeggeri, potrebbe avere un ruolo maggiore nel traffico merci. Si tratta della Rho-Gallarate, una direttrice fondamentale verso il Sempione e il valico merci di Luino, ma questa linea è ingessata da anni, bloccata tra progetti e ricorsi sull’ipotesi di realizzare un quadruplicamento, seppur parziale, oppure in alternativa posare solo un terzo binario, secondo un’ipotesi sostenuta soprattutto dagli enti locali.
Per quanto riguarda la logistica, il Libro Bianco si limita a elencare alcune opere, tra le quali due interventi già programmati e in fase di realizzazione, seppure con uno slittamento in avanti dei tempi rispetto al cronoprogramma iniziale, vale a dire lo scalo di Milano Smistamento e quello di Brescia, dove è determinante il supporto di Hupac insieme al gruppo Fs nella società Teralp. Il rapporto di Unioncamere non trascura l’esigenza di intervenire anche a Bergamo con un nuovo centro intermodale ferroviario, con la speranza di cancellare il ricordo di un progetto che in passato non ha avuto molta fortuna, come testimonia la trentennale telenovela dell’interporto a Montello.
Piermario Curti Sacchi