Non c’è tempo da perdere se l’obiettivo è quello di mantenere, se non consolidare, la competitività della ferrovia, messa a dura prova da carenze infrastrutturali e da continue esigenze di manutenzione. Il ministero federale dei Trasporti e le ferrovie tedesche DB hanno definitivamente varato il più vasto e ambizioso programma di interventi su tutta la rete della Germania, quello di più ampia portata negli ultimi trent’anni, dopo la riforma del sistema ferroviario avviata nel 1994.
Il programma prevede l’ammodernamento di quaranta direttrici da completare entro il 2030. In molti casi le attuali linee saranno ristrutturate per realizzare una rete ad alte prestazioni di circa 9mila chilometri. Oltre ai massicci interventi infrastrutturali, un aspetto essenziale sarà la digitalizzazione di tutte le procedure che riguardano sia l’esercizio sia la gestione. Inoltre, dopo molti dubbi iniziali e un cronoprogramma troppo diluito nel tempo, si è deciso di accelerare sull’adozione del sistema di segnalamento europeo Ertms/Etcs che sarà esteso a tutta la rete. Secondo le DB, da sola questa tecnologia consente un incremento del 30% della capacità anche nell’ipotesi che la ferrovia resti quella attuale.
Si interverrà con particolare attenzione su quelli che vengono definiti i colli di bottiglia con potenziamenti mirati e nuovi raccordi. Nel 2024 inizieranno i lavori sulla ferrovia tra Francoforte sul Meno e Mannheim, mentre l’anno successivo sarà la volta della Amburgo-Berlino e della Emmerich-Oberhausen, principale direttrice verso i Paesi Bassi. Più corposo il programma di interventi che partiranno dal 2026 e che interesseranno fino a una decina di itinerari ogni anno fino al 2030.
Le ferrovie DB affermano di essere in grado di tradurre in cantieri una disponibilità finanziaria di circa 45 miliardi di euro. Nel presentare il programma, il ministro federale dei Trasporti, Volker Wissing, non ha fatto mistero della situazione dalla quale si parte: “L’infrastruttura ferroviaria è stata trascurata per decenni e portata ai suoi limiti assoluti. Ciò non è più accettabile per un Paese che punta al progresso economico con modalità di trasporto rispettose dell’ambiente”. Da qui l’esigenza di non perdere più tempo e passare all’azione.
Ma se sulla carta questo piano di interventi appare del tutto condivisibile, anzi necessario, nella realtà i prossimi anni si prospettano tutt’altro che rassicuranti. Per accelerare i lavori e ottenere risultati tangibili nel minor tempo possibile, si è scelto di intervenire sistematicamente linea per linea, e se necessario, anche con chiusure prolungate per mesi. Questa procedura consente di avere un’infrastruttura rinnovata e potenziata senza spezzettare i lavori per tipologia di interventi, ma comporta anche la necessità di deviare il traffico su altri itinerari, magari già saturi e non ancora adeguati. L’incubo della ferrovia del Reno con il buco nero di Rastatt è duro da superare, ma le DB, secondo il ministero federale, promettono di cambiare passo e di invertire la rotta.
Piermario Curti Sacchi