In tempi non sospetti, quando la guerra in Ucraina non era neppure immaginabile, c’era già un Paese che tesseva importanti relazioni internazionali per dare vita a un nuovo corridoio multimodale. Il protagonista di questo progetto è l’Iran che oggi intende accelerare i tempi visti gli scenari geopolitici così profondamente mutati. Da qui l’ipotesi del corridoio Golfo Persico-Mar Nero che coinvolge da una parte Bulgaria e Grecia, per transitare attraverso la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian e quindi percorrere tutto l’Iran con lo sbocco finale nell’importante città-porto di Bandar Abbas. Non si esclude anche una via alternativa che dalla Germania attraverso l’Ungheria e la Romania approdi sul Mar Nero.
Il corridoio si definisce multimodale in quanto sarebbe basato su collegamenti sia ferroviari sia marittimi. Basta guardare una cartina geografica per rendersi conto che questo itinerario aggira ed esclude quindi deliberatamente la Turchia. Questo è dovuto al fatto che l’Iran e il governo di Ankara non hanno rapporti di buon vicinato in materia economica e la Turchia non è favorevole ad aprire il paese alle rotte mercantili e ferroviarie iraniane. Accanto alle autorità politiche locali a seguire lo sviluppo di questo progetto è Mapna, un gruppo di società iraniane impegnate nell’impiantistica a vasto respiro, dall’energia ai progetti industriali, dalle centrali al trasporto ferroviario.
Promuovere la nascita di un corridoio pienamente efficiente dal Golfo Persico al Mar Nero è indubbiamente una grossa scommessa, ma il potenziale di questo collegamento sarebbe rilevante perché collegherebbe due aree economiche forti con la possibilità di estendersi ulteriormente a nord verso l’Europa occidentale e orientale e a sud verso l’India. Gli investimenti ipotizzati potrebbero anche facilitare lo sviluppo di altri progetti regionali come l’International North-South Transport Corridor (Instc), una rete multimodale di 7200 km di rotte ferroviarie, navali e stradali dall’India all’Europa che però coinvolge anche la Russia, cosa che in questo momento apre una parentesi sulla reale fattibilità.
Per tornare al corridoio Golfo Persico-Mar Nero occorre osservare come si rendano indispensabili importanti investimenti nelle infrastrutture, in quanto la rete ferroviaria dell’Iran non è assolutamente all’altezza per questo compito. In particolare, è interamente da progettare il collegamento tra le località iraniane di Astara e Rasht collocate nella regione del Mar Caspio. È possibile in alternativa sfruttare la rete ferroviaria esistente tra Georgia, Armenia e Azerbaigian, ma la situazione geopolitica tra questi Paesi non è attualmente una delle più favorevoli.
L’Iran è il paese che più si sta spendendo nel progettare questo nuovo corridoio, ma è anche il primo che per essere credibile deve uscire dall’attuale situazione internazionale che lo vede sottoposto alle sanzioni, e in particolare quelle degli Stati Uniti. Ma potrebbe essere questa l’occasione per porsi in un’altra prospettiva che non è quella della diatriba nucleare, ma attraverso la carta dell’intermodalità.
Piermario Curti Sacchi