La scorsa settimana sono avvenuti due importanti eventi per la liberalizzazione del trasporto ferroviario in Italia e in Europa. Il primo riguarda il nostro Paese: il Consiglio dei Ministri dell'11 giugno 2015 ha approvato un decreto legislativo che attua la direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio europeo del 21 novembre 2012. Il testo della direttiva istituisce lo spazio ferroviario unico europeo ed abroga il decreto legislativo numero 88 dell'8 luglio 2003.
La direttiva recepita anche in Italia promuove la concorrenza e la libera circolazione di persone e merci, stabilendo alcuni principi di base su cui devono adeguarli i Paesi membri. Il primo riguarda l'autonomia e indipendenza gestionale, amministrativa e contabile delle imprese ferroviarie. Col secondo punto, gli Stati devono assicurare l'indipendenza delle funzioni essenziali del gestore dell'infrastruttura relative alla determinazione e riscossione dei canoni e all'assegnazione di capacità dell'infrastruttura (quindi la separazione tra gestione della rete e del servizio).
Il terzo punto stabilisce la libertà d'accesso al mercato del trasporto ferroviario di persone e merci "a condizioni eque, non discriminatorie e trasparenti", così da garantire la concorrenza. In tale ambito, la direttiva tutela gli investimenti pubblici e garantisce una maggiore partecipazione degli operatori sull'uso, la disponibilità e lo sviluppo dell'infrastruttura ferroviaria.
Negli stessi giorni si è svolto nel Lussemburgo il Consiglio Europeo dei Trasporti, che raccoglie i ministri dei Trasporti dell'Unione. Nell'agenda c'era anche la discussione sul IV Pacchetto Ferroviario, di cui il ministro Delrio ha sollecitato una rapida approvazione della parte che riguarda il mercato, per consentire "regole di concorrenza per l'apertura dei mercati nazionali, con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi, migliorare la governance dei gestori delle infrastrutture".
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