Basta un granello di sabbia per bloccare un intero ingranaggio. Che questo modo di dire sia vero lo si può constatare in molte opere pubbliche, frenate da cavilli o dalla mancanza di un dettaglio, sufficienti a far tornare tutto alla casella di partenza. La prova che basta un nonnulla per fermare infrastrutture milionarie, lo si ha, per esempio, con i lavori di ammodernamento e potenziamento della linea ferroviaria Foggia-Potenza, nel lotto più significativo dal punto di vista del trasporto merci, quello da Cervaro (Foggia) a San Nicola di Melfi (Potenza), indicato come Sottoprogetto 2.
Il progetto definitivo redatto da Rfi è stato approvato dal ministero delle Infrastrutture nel luglio 2018 e il gestore della rete ferroviaria ha avviato la procedura della dichiarazione di pubblica utilità, in pratica il nulla osta che dà il via agli espropri. Tutto questo secondo una prassi ormai consolidata, ma è qui che è successo un incidente di percorso. Nell’esame della documentazione in mano a Rfi, una ditta proprietaria di alcune aree interessate, risulta “deceduta all’anagrafe del Comune di Melfi” e inoltre “non è stato possibile risalire agli effettivi eredi”. La ditta era intestata a una persona fisica, classe 1905 (il 23 ottobre 2020 avrebbe compiuto 115 anni) e non sorprende più di tanto il fatto che il titolare sia al momento irreperibile. Resta aperta però la questione con gli eredi, anch’essi sconosciuti.
La legge però non ammette scorciatoie. Il 24 marzo 2021 Rfi ha dovuto pubblicare un avviso indirizzato a eventuali “aventi diritto” che per trenta giorni hanno a disposizione tutti gli elaborati del progetto definitivo ed entro la medesima scadenza possono inoltrare proprie osservazioni o con lettera raccomandata o attraverso la posta certificata. Questo è quanto a loro si deve, e nel frattempo tutto resta congelato e rimandato a data da destinarsi. I cantieri possono aspettare.
Il lotto interessato dai lavori tra Cervaro e San Nicola di Melfi prevede l’elettrificazione, rettifiche di tracciato, il consolidamento della sede ferroviaria, l’adeguamento degli incroci secondo lo standard europeo e la soppressione di tutti i passaggi a livello. Inoltre, sarà adeguata la sagoma per renderla adatta ai trasporti intermodali senza limitazioni: questo permetterà il potenziamento dei servizi merci a servizio dell’impianto Sata-FCA (ex gruppo Fiat) di Melfi.
Il lotto coinvolto in questa vicenda ereditaria fa parte del più complesso intervento di potenziamento dell’intero itinerario da Foggia a Potenza che contempla un investimento complessivo stimato in 283 milioni di euro, con un cronoprogramma che prevedeva la conclusione dei lavori nel 2023. Burocrazia permettendo.
Piermario Curti Sacchi