Il Pnrr è sicuramente una risorsa preziosa che sta offrendo una risposta positiva per finanziare opere utili richieste da tempo ma rimaste finora in lista d’attesa per mancanza di fondi. Ma può anche favorire scelte mosse solo dall’opportunità di avere a disposizione un po’ di soldi da spendere comunque e a ogni costo. Uno di questi casi è l’avvio un po’ frettoloso e azzardato dell’Alta velocità ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria, secondo un progetto predisposto in tempi ristretti per rientrare nei termini previsti dal Pnrr, che ha come scadenza il 2026 per il completamento delle opere. L’ultima versione del progetto ha sostituito in corsa il piano precedente che puntava essenzialmente sul potenziamento della linea esistente.
Il vincolo temporale del Pnrr ha fatto sì che a fine dicembre 2022 Rfi ha avviato la gara per la realizzazione solo di un primo lotto funzionale tra le località di Battipaglia e Romagnano lungo 35 chilometri, quindi neppure un decimo dell’intero corridoio tra Salerno e Reggio Calabria. La gara ha un valore di quasi 2,2 miliardi di euro (cresciuti rispetto agli originali 1,8 miliardi per effetto dell’aumento dei costi delle materie prime), tutti finanziati con risorse del Pnrr.
Ma qual è il limite di questo progetto? Il primo lotto può essere sicuramente definito funzionale dal punto di vista normativo, ma terminare una tratta, come è previsto, in località Romagnano, quindi in un centro minore, non è cosa molto diversa da fare finire l’opera in aperta campagna. Se può passare un paragone è come se in occasione dell’AV Milano-Bologna fosse stata messa in cantiere di tutta la direttrice solo la prima tratta tra Melegnano e Casalpusterlengo. Ma ora con i vincoli del Pnrr sembra non si possa fare altrimenti, ma questo non è detto sia un buon motivo. Oltretutto il progetto prevede la realizzazione di nove gallerie naturali, otto artificiali e 17 viadotti. Saranno tutti terminati entro il 2026?
Anche nell’ipotesi del tutto legittima di realizzare la Salerno-Reggio Calabria a tappe, la prima tratta veramente funzionale sarebbe quella lunga circa 140 chilometri che da Battipaglia raggiunge Praja, dando un senso compiuto a questo intervento. Ma per la Romagnano-Praja, dal costo stimato in origine (senza adeguamento prezzi) di 4,3 miliardi di euro non se ne parlerà prima del 2030. A dire il vero questo intervento è previsto nel Fondo complementare del Pnrr, ma i finanziamenti disponibili rischiano di non essere più sufficienti, e comunque i tempi si spostano molto in avanti, troppi per giustificare il senso di un primo lotto di lavori che si ferma a Romagnano.
Piermario Curti Sacchi