L’aspirazione delle Fs è quella di raddoppiare in dieci anni il traffico merci su rotaia. Già condensata in questi termini l’impresa non è semplice, anche perché le Fs non sono un battitore libero. Escludendo il Gruppo, tutte le altre imprese ferroviarie pubbliche e private che operano nel trasporto merci, messe insieme, hanno conquistato una quota di mercato ormai superiore, anche se di poco, al 50% e addirittura su alcune relazioni internazionali, come il Brennero, hanno superato il 70%. Le Fs hanno quindi perso terreno negli anni a favore della concorrenza seppure con alcune eccezioni positive come i brillanti risultati dell’impresa Tx Logistik che opera in modo molto flessibile sui mercati europei. La concorrenza sicuramente non starà a guardare.
La partita da giocare quindi è su due fronti: l’aumento dei traffici, ma anche quello delle quote detenute dal gruppo. Nel primo caso la torta, rappresentata dal mercato, diventa più grande, nel secondo, si può aspirare ad avere una fetta più grossa degli altri. Se il mercato cresce si avvicina l’obiettivo di portare la modalità ferroviaria al 30% come si augura l’Unione europea, altrimenti i benefici al massimo possono essere quelli di arricchire i bilanci aziendali. Attualmente in Italia la quota del trasporto merci per ferrovia è attestata intorno all’11%, rispetto a una media europea del 20%, raggiungere il 30% richiede un notevole impegno. Per il Gruppo Fs si prospetta quindi un impegno da titani.
Capogruppo del settore secondo il Piano Industriale sarà Mercitalia Logistics, insieme a sette società operative, tra cui l’impresa della trazione Mercitalia Rail e Mercitalia Intermodal, attiva nel trasporto combinato in Italia e in Europa. Il Piano Industriale 2022-2030 prevede investimenti per il polo della logistica di 2,5 miliardi di euro. A questi si aggiungono gli interventi previsti sulle infrastrutture in modo non specifico, quindi a vantaggio di tutta la ferrovia nel complesso e non solo del trasporto merci. Numerose le iniziative previste, dalla digitalizzazione di tutta la filiera merci, alla realizzazione di nuovi terminal intermodali tecnologicamente avanzati. C’è poi il rinnovo della flotta di locomotori e carri, con la sostituzione di 3400 mezzi e l’acquisizione di oltre 3600 esemplari di nuova generazione con un più favorevole impatto ambientale.
Ma alla base della sfida lanciata dalle Fs c’è soprattutto un riposizionamento nella strategia aziendale, da soggetto che si occupa di attività settoriali e specializzate, come la semplice trazione ferroviaria, a operatori di sistema, anche attraverso accordi, partecipazioni e maggiori sinergie commerciali. Ma per rendere più efficiente la catena logistica, secondo il Piano, occorre intervenire su oneri che la rendono poco concorrenziale, come il pedaggio per impegnare la rete, oggi fortemente sbilanciato rispetto ai costi del tutto strada.
Piermario Curti Sacchi