In Germania i contributi pubblici promessi alle ferrovie tedesche DB in seguito all’emergenza sanitaria avevano suscitato la ferma protesta delle altre imprese ferroviarie culminata nella manifestazione del 28 settembre 2020. In quell’occasione un convoglio composto da 19 locomotive con le variopinte livree delle varie imprese aveva percorso alcune linee interne della città di Berlino a trombe spiegate fino a transitare davanti al Bundestag, il Parlamento Federale tedesco, per far valere le proprie ragioni e chiedere una revisione legislativa.
La Svizzera invece ha adottato una politica più equilibrata, senza privilegiare l’impresa nazionale. Il Parlamento elvetico nella sessione autunnale ha dato il via libera definitivo. La Legge federale sul sostegno per i trasporti pubblici in seguito alla crisi da Covid-19 prevede la possibilità per la Confederazione di versare un contributo finanziario alle imprese di trasporto attive nel traffico merci su rotaia. Questo rimborso comprende i costi dovuti al calo del volume di trasporto e quelli aggiuntivi causati dalla pandemia, per esempio per l'equipaggiamento di protezione e i disinfettanti o per la riprogrammazione dell'offerta.
La prima intesa di massima è stata raggiunta tra l’Ufficio Federale dei Trasporti e le Ffs Cargo. La dichiarazione d’intenti comprende un principio che dovrà essere adottato da tutte le imprese ferroviarie, vale a dire l’impegno a non aumentare le tariffe e mantenere l’attuale offerta 2020 anche nel 2021. Le Ffs Cargo sostengono di aver subito una perdita finanziaria di oltre 32 milioni di euro e quindi chiederanno un contributo all’Ufficio Federale dei Trasporti che istruirà la pratica di rimborso. Lo stanziamento definitivo dovrà essere autorizzato dalle Camere Federali nel corso della loro sessione invernale. Le imprese di trasporto merci su ferrovia interessate al rimborso hanno tempo fino alla primavera del 2021 per presentare le loro eventuali domande.