Rendere più competitivo il trasporto ferroviario, riducendo il costo pagato dalle imprese ferroviarie per accedere alla rete. E' quanto prevede la Svizzera. che ha avviato l'iter per ridurre il costo delle tracce, la cui decisione finale spetterà comunque al Consiglio federale, l'organo esecutivo del governo e quindi la più alta autorità del Paese. Le nuove tariffe richieste a tutte le imprese ferroviarie, comprese ovviamente le ferrovie federali SBB-FFS, dovrebbero entrare in vigore nel 2021, poco dopo quindi il completamento del progetto AlpTransit con l'apertura del tunnel di base del Ceneri di quindici chilometri, che avverrà in occasione dell'orario invernale nel dicembre 2020.
Ma anche dopo la revisione prezzi, il transito lungo il nuovo asse ferroviario transalpino resterà comunque il più costoso di tutta la Svizzera per recuperare gli ingenti investimenti (circa venti miliardi di euro senza nessun contributo dell'Unione Europea) e i costi di gestione e manutenzione dei lunghi tunnel. Oltre ovviamente per riconoscere una remunerazione al fattore tempo vista la drastica riduzione degli orari di percorrenza. Utilizzare l'asse AlpTransit (costituito dal doppio itinerario del Ceneri-San Gottardo e del Lötschberg) dovrebbe costare intorno ai 2,2 euro per t/km contro un euro nel resto della rete svizzera. Il Dipartimento federale dei trasporti calcola una riduzione di costi, a beneficio delle imprese ferroviarie e quindi di tutta la clientela, di quasi 80 milioni di euro l'anno, dei quali tra i 18 ai 26 milioni a favore del traffico merci.
Questa decisione non deve sorprendere perché è legata alla riduzione dei costi della rete grazie a un aumento dell'efficienza nella gestione e alla progressiva automazione degli apparati centrali. I treni che circolano su una qualunque rete ferroviaria devono infatti coprire i costi marginali, non garantire un guadagno speculativo per il gestore della rete. E' quanto avvenne, per esempio, nel 2014 in Italia, quando fece scalpore (e quasi scandalo per i meno informati) la riduzione delle tracce orarie del 37% per i treni che percorrevano la rete ad alta velocità, iniziativa vista come "regalo" per le imprese, ma giustificata invece solo dall'ottimizzazione dei costi.
Il Dipartimento dei trasporti svizzero ripone molte speranze in questa decisione, soprattutto per il traffico merci e la conseguente politica di trasferimento dalla modalità stradale a quella ferroviaria. Verrà inoltre mantenuto ancora per altri quattro anni il bonus "insonorizzazione" che premia il transito dei treni merci meno rumorosi in quanto, a differenza della Svizzera, l'Unione Europea introdurrà il divieto di utilizzo dei carri non silenziati oltre il 2020, data prevista invece dalla Confederazione elvetica per il materiale nazionale.
Piermario Curti Sacchi
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