Sulla Torino-Lione la posizione della Francia è un capolavoro di astuzia diplomatica. Il governo di Parigi da tempo si trovava alle strette, subissato da numerose sollecitazioni, non solo dall’Italia, ma anche da Bruxelles, per assumere una decisione chiara e definitiva sull’impegno francese a finanziare e realizzare la tratta nazionale di accesso al tunnel di base del Moncenisio, cuore della nuova linea ferroviaria transfrontaliera ad alta capacità Torino-Lione. I francesi, ufficialmente non si sono mai ritirati dal progetto frutto anche di precisi accordi internazionali, ma di fatto hanno sempre temporeggiato, rinviando ogni decisione senza fissare scadenze e impegni.
Nel frattempo, mentre la nuova direttrice tra Lione e Saint-Jean-de-Maurienne (accesso al tunnel di base) restava nel limbo, ha sollevato molte polemiche un parere tecnico espresso dal Coi, il Conseil d'Orientation des Infrastructures, che è un organismo consultivo del ministero dei Trasporti francese.
Il Coi ha redatto un dossier sugli investimenti ferroviari analizzandoli nel dettaglio secondo il principio dei costi/benefici e sulla Torino-Lione ha espresso con chiarezza la preferenza a favore dell’ammodernamento della direttrice storica Digione-Modane quale asse prioritario di accesso al tunnel di base, in alternativa alla nuova ferrovia da Lione a suo tempo delineata e da sempre considerata l’unica carta in tavola.
Questa premessa è indispensabile per arrivare alla riunione cruciale del 22 giugno 2023 della Commissione intergovernativa Italia Francia (Cig), fissata proprio per arrivare a una decisione definitiva. Che in effetti c’è stata, e tutti, in primo luogo l’Italia, sono convinti di avere portato a casa il risultato, ma in realtà ai punti ha vinto la Francia, abile a vendere il proprio progetto, presentandolo semplicemente con un altro nome. A tal punto che il presidente della delegazione italiana della Cig, Paolo Foietta, si è detto soddisfatto del risultato raggiunto e per i passi avanti fatti insieme a un preciso cronoprogramma. Anche il ministero italiano dei Trasporti ha espresso la stessa valutazione.
Ma è proprio così? Vediamo in sintesi le conclusioni della Cig. È vero che la Francia ha confermato l’impegno sul progetto e ha messo sul piatto la disponibilità per uno stanziamento nazionale di tre miliardi di euro che dovrà essere integrato sia da risorse regionali, sia da fondi comunitari. Ma in attesa che questo piano decolli, saranno investite risorse importanti per ammodernare e adeguare la linea storica che, guarda caso, è proprio la Digione-Modane, la stessa indicata come preferenziale nel report del Coi. Oltretutto, a conferma di questa tesi, la Francia prevede di investire su questa direttrice 650 milioni di euro, la stessa somma indicata nella relazione del Conseil d'Orientation des Infrastructures.
E la Lione- Saint Jean? Si farà, ma per ora l’impegno solenne assunto in Commissione è quello della progettazione che si porterà via dai quattro ai cinque anni. Pertanto, solo intorno al 2028 si avranno le carte in tavola di un’opera che sarà tutta da appaltare e realizzare. I tempi? Non meno di una decina d’anni, ammesso che il cronoprogramma e l’impegno definitivo saranno confermati. Insomma, da una parte c’è una certezza concreta, vale a dire l’ammodernamento della Digione-tunnel di base (che comunque resta una soluzione più che ottimale per le merci), dall’altra una promessa.
Piermario Curti Sacchi