La pausa legata all’emergenza sanitaria ha coinvolto in modo meno pesante le ferrovie rispetto ad altre modalità. E i trasporti su ferro sono anche i primi a credere nella ripresa. Sulla griglia di partenza ci sono soprattutto le imprese che si differenziano dall’ex monopolista, vale il gruppo FS, ora Mercitalia Rail. Secondo i dati di Fercargo gli operatori non FS rappresentano una quota di trasporto del 50% su scala nazionale che sale al 70% considerando le relazioni internazionali.
Il primo esempio è rappresentato da Isc Intermodal, Mto dell’Interporto Campano di Nola, che dal 10 giugno 2020 aumenterà le frequenze del treno intermodale che collega Verona con Giovinazzo, nel Barese. Si arriva a otto partenze a settimana da ciascun terminal. In questo modo i treni gestiti dalla partnership tra Isc Intermodal e Lugo Terminal con trazione ferroviaria Interporto Servizi Cargo arrivano a spostare dalla strada alla ferrovia mediamente più di 570 camion la settimana tra nord e sud Italia.
I trasporti non hanno limiti di sagoma (fino a quattro metri) e la composizione dei treni prevede carri di varia tipologia secondo le diverse esigenze, comprese merci pericolose in regime Adr. La relazione diretta tra Verona Quadrante Europa e il terminal pugliese non esclude ovviamente la possibilità di ulteriori relazioni sia verso sud, sia in direzione del nord Europa.
Il dinamismo imprenditoriale del sud Italia coinvolge anche Gts Rail. Il gruppo barese che opera nel trasporto merci intermodale prevede di investire entro il 2020 oltre 17 milioni di euro. In particolare, oltre quattro milioni di euro sono destinati all’acquisizione di cinque locomotive cedute dall’impresa ferroviaria veneta Sistemi Territoriali: si tratta di due Bombardier della famiglia Traxx (E 483) e tre diesel del gruppo D 753 (conosciute in Italia con l’affettuoso nomignolo di “Occhialute”), utilizzabili sia nelle manovre sia nei servizi di linea.
Dopo questo ulteriore acquisto che segue a breve quello di tre unità Vectron prodotte da Siemens, il parco mezzi di proprietà a disposizione di Gts Rail sale a un totale di 23 unità. Ed entro fine 2020 l’impresa ferroviaria barese intende potenziare l’organico con l’assunzione di sedici macchinisti.
Piermario Curti Sacchi