Se l'Europa vuole raggiungere l’obiettivo di crescita del 50% del trasporto ferroviario merci entro il 2030 e il raddoppio entro il 2050, occorre adottare misure ambiziose per far crescere il settore, sostenendo tutti gli operatori e le imprese indipendenti in modo equo e trasparente. Senza favorire quindi, in modo diretto o indiretto le società statali ex monopoliste. E per prima cosa è indispensabile che i Paesi comunitari valutino con attenzione la possibilità di ridurre le tariffe di accesso alla rete. I treni che circolano su una qualunque amministrazione ferroviaria devono infatti coprire i costi marginali, non garantire un guadagno speculativo per il gestore della rete.
Questa richiesta che è molto più di un auspicio porta la firma dell’Erfa (European Rail Freight Association), l’associazione europea per il trasporto merci ferroviario. La riduzione delle tariffe di accesso, soprattutto dopo la difficile parentesi dell’emergenza sanitaria, resta una delle carte più importanti da giocare per dare una spinta a un settore che mostra, nonostante tutto, una certa vivacità. Lo rivela la settima relazione pubblicata dalla Commissione Europea sullo sviluppo del mercato del trasporto ferroviario merci dove si osserva come i traffici restano abbastanza stagnanti, ma è in costante crescita la quota di mercato dei nuovi operatori rispetto alle imprese storiche nazionali: nel 2018 (gli ultimi dati allora disponibili) è stata del 42% con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.
L’auspicio dell’Erfa in realtà si è già attuato in diversi Paesi. Tra i primi a prendere l’iniziativa fin dal 2019, quindi prima dell’emergenza sanitaria, è stata la Svizzera con una revisione delle tariffe su tutta la rete, anche quelle lungo l’asse ferroviario transalpino, le più onerose, con benefici stimati per le imprese di almeno 20 milioni di euro l’anno. Questa decisione è stata assunta in seguito alla riduzione dei costi della rete grazie a una gestione più efficiente e alla progressiva automazione degli apparati centrali.
Anche la Francia, in seguito all’emergenza sanitaria ha deciso dapprima una sospensione straordinaria delle tariffe nel 2020 e quindi una loro rimodulazione con un minor gettito per il gestore di 63 milioni di euro, giustificato dalla scelta di investire per sviluppare il trasporto intermodale. Dimezzando le tariffe nel 2021, l’esecutivo francese stima di favorire l’uso della ferrovia con 20mila autocarri in meno sulle strade. Interventi analoghi sono stati adottati anche in Austria, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. In controtendenza invece la scelta delle autorità della Polonia che hanno preannunciato un futuro aumento delle tariffe.
L’auspicio del segretario generale dell'Erfa, Conor Feighan, è quello di proseguire su questa strada da parte di tutti i Paesi comunitari: “La Commissione Europea ha esteso la possibilità per gli Stati membri di rinunciare e ridurre le tariffe di accesso ai binari fino al 31 giugno 2021. Se necessario, la Commissione rimane autorizzata a prorogare questa disposizione fino al 14 aprile 2022. È essenziale che questa opportunità si attuasse attraverso misure concrete”.
Piermario Curti Sacchi