Sulla carta l’Unione europea dimostra di avere chiari gli obiettivi e di avere già fissato la tabella di marcia: raddoppiare il traffico merci in Europa entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050. Questi propositi sono scritti nero su bianco nel Green Deal europeo, avviato nel 2019, e confermato nel pacchetto noto come Fit for 55, vale a dire Pronti per il 55%, dove questo valore rappresenta la percentuale di riduzione delle emissioni da raggiungere entro il 2030.
Sui trasporti, dunque, l’Europa punta decisamente sulla rotaia, ma nel passare dai trattati alla realtà siamo sulla buona strada? Non si direbbe proprio, per lo meno leggendo le analisi contenute nell’ultimo rapporto annuale, che riguarda il 2022, redatto dall’Uirr, l’Unione internazionale per il trasporto combinato strada-rotaia. Il consuntivo appare critico sia in un’ottica contingente, quindi circoscritta all’anno di riferimento, sia in una valutazione più complessiva sulle politiche comunitarie dei trasporti.
Le prestazioni del servizio ferroviario sulle lunghe distanze si sono mostrare inaffidabili per tutta la durata del 2022 così come è stata deludente la puntualità a causa degli eccessivi lavori sulla rete e dell’intenso traffico passeggeri. Sono poche le alternative che vengono offerte ai treni merci in caso di perturbazioni sulla rete, vista anche la preferenza accordata sempre e solo al servizio passeggeri.
Secondo l’Uirr è invece necessario ripensare l’assegnazione della capacità sull’infrastruttura anche in base al principio costi-benefici sociali ed economici: in caso di necessità sostituire un treno passeggeri con un servizio su gomma ha molte meno controindicazioni che sopprimere un treno merci per il quale non ci sono alternative. Questa scelta non deve essere lasciata al caso e a discrezione del gestore della rete, ma deve diventare la regola.
L’Uirr inoltre prende in esame tutta una serie di iniziative che dovrebbero essere adottate se veramente si vuole invertire la rotta a favore della ferrovia. Prima di tutto va rivisto il Regolamento dei corridoi transeuropei Ten-T per stabilire identici parametri tecnici, come carico per asse, lunghezza dei treni e sagoma disponibile. Il nuovo Regolamento europeo sulla gestione della capacità ferroviaria dovrebbe stabilire norme uniche sull’assegnazione delle tracce, oltre a norme standard sulla priorità da assegnare al traffico.
Va superato il concetto secondo il quale si considerano e si quantificano gli eventuali ritardi che interessano i treni passeggeri mentre viene tollerato il fatto che i merci possano avere molta più elasticità di marcia fino ad avere un orario del tutto teorico: se la soglia di puntualità ideale viene calcolata in cinque minuti, questo deve valere per tutte le tipologie di treni e il gestore ne deve rispondere. Dovrebbe crescere anche la cooperazione ai valichi di frontiera tra le reti dei rispettivi paesi confinanti: il numero delle tracce ferroviarie merci disponibili deve essere lo stesso, uniformato al valore più elevato offerto da una delle due parti, perché non è concepibile fermarsi alla frontiera.
Piermario Curti Sacchi