L’Unione Europea mette sul piatto dieci miliardi di euro per sviluppare le infrastrutture del Middle Corridor, il corridoio che collega l’Europa alla Cina attraverso l’Asia centrale, in modo da dare vita a un’efficiente rotta di trasporto multimodale. Lo stanziamento comunitario non è una pagina del libro delle buone intenzioni, ma parte da un piano preciso e articolato che individua 33 progetti infrastrutturali insieme a una serie di azioni coordinate dal punto di vista istituzionale, giuridico e tecnico. Alla base di questa decisione operativa c’è uno studio che ha individuato tre alternative di tracciato, una più a nord, l’altra centrale e l’ultima a sud e alla fine la scelta è caduta sull’opzione intermedia. In seguito a questa decisione verranno privilegiati gli interventi infrastrutturali che coinvolgono il Kazakistan e l’Uzbekistan.
I progetti che riguardano le ferrovie sono molto articolati. Tra questi c’è un bypass della stazione kazaka di Almaty in modo da creare un percorso alternativo che interessa per buona parte il traffico merci, il potenziamento di tutta la direttrice dal Kazakistan al valico di frontiera con la Cina e l’adeguamento dei terminal di confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan.
Oltre agli investimenti concentrati sulle infrastrutture ferroviarie, l’impegno europeo nel Middle Corridor riguarda anche l’ampliamento della capacità portuale del Mar Caspio in modo da favorire questa modalità di trasporto. Alcuni di questi progetti sono già in corso e finanziati attraverso le istituzioni europee come la Banca europea per gli investimenti e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo che hanno messo a disposizione finora tre miliardi di euro in tutto.
Al di là degli avvenimenti geopolitici contingenti come la guerra in Ucraina, il Middle Corridor è destinato a diventare una direttrice di trasporto sempre più consolidata. Prefigurato già a partire dal 2013, come parte della più ampia Belt & Road Initiative (Via della Seta) è diventato una realtà nel dicembre 2016, quando i partecipanti al Comitato di coordinamento per lo sviluppo della rotta di trasporto internazionale transcaspica, vale a dire Kazakistan, Azerbaigian e Georgia, hanno deciso di fondare l’Associazione internazionale Trans-Caspian International Transport Route (questa è la denominazione ufficiale del Middle Corridor), con la partecipazione di diverse organizzazioni commerciali di trasporto.
Diversi sono gli sviluppi infrastrutturali che hanno valorizzato il Middle Corridor. In primo luogo la ferrovia trans-kazaka che, dopo il suo completamento nel 2014, ha permesso la realizzazione di un asse di trasporto est-ovest nel Paese che si sviluppa per un migliaio di chilometri. Questi investimenti, garantiti dalla Bers, dall’Asian Development Bank e dall’Islamic Development Bank, hanno l’ambizione di rendere il Kazakistan la maggiore via di comunicazione tra Caucaso e Occidente attraverso il Caspio.
Nei mesi più recenti si moltiplicano i protocolli d’intesa tra le grandi società di logistica e le ferrovie kazake per nuovi investimenti nelle infrastrutture e nei terminal. Interessata anche la realtà portuale del Mar Caspio con i porti di Aktau (da solo rappresenta il 40% dei movimenti dell’area) e di Kuryk dove i traffici sono letteralmente esplosi. Entro il 2025 sarà realizzato un nuovo grande terminal container nel porto di Aktau.
Un tassello importante per il Middle Corridor è stata la costruzione della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars, che apre la strada verso il collegamento con la Turchia o, in alternativa, con il Mar Nero. Operativa dal 2017 questa ferrovia è sempre più al centro degli investimenti per il suo potenziamento. Nel gennaio 2023, l’Azerbaigian ha deciso di investire altri cento milioni di euro per aumentare la capacità della linea, anche perché l’incremento dei traffici è sempre a doppia cifra, con il record del +30% tra il 2021 e il 2022.
Piermario Curti Sacchi