L’estensione della rete dei corridoi europei Ten-T verso i Balcani occidentali e l’integrazione di questa regione geografica nel mercato ferroviario comunitario sono a un passo dal trasformarsi in realtà. I Balcani si apprestano quindi a diventare sempre più un ponte tra Europa e Asia. L’Unione europea ha deciso di accelerare gli investimenti in corso nella regione avviati in seguito a un piano comunitario adottato nel 2020. Quest’ultimo prevede il finanziamento di progetti infrastrutturali per integrare i Paesi più vicini al mercato comunitario.
Con la revisione in corso dei corridoi Ten-T proposta dalla Direzione generale della mobilità e dei trasporti (DG Move), i Balcani saranno completamente integrati nella rete europea. Il salto di qualità sarà significativo perché si passerà da una visione a mosaico di linee ferroviarie di singoli Paesi a quella di una rete integrata. Questo significa adottare uno stesso standard tecnologico, come il sistema di segnalamento europeo Ertms, utilizzare materiale rotabile moderno e interoperabile, stessi criteri di sicurezza e manutenzione.
Gli obiettivi fissati dalle istituzioni europee sono chiari: nel 2020 nessuna linea ferroviaria nei Balcani era equipaggiata con il sistema Ertms, questo dovrà raggiungere il 50% nel 2030; nello stesso arco temporale, le linee elettrificate passeranno dal 73% all’86%, mentre entro il 2027 il 44% della rete dovrà garantire una velocità di esercizio entro i parametri europei (era il 15% nel 2020). I finanziamenti in corso che mettono insieme sia risorse comunitarie sia fondi nazionali potrebbero raccogliere fino a 20 miliardi di euro, ma con ulteriori integrazioni da parte dell’Unione europea.
Sono tre i corridoi sui quali si stanno concentrando le risorse e gli investimenti. Il primo è il collegamento da est a ovest che comprende quello conosciuto come corridoio X tra Serbia e Croazia, Serbia e Bulgaria, Serbia e Macedonia del Nord insieme al corridoio tra Skopje e il confine con la Bulgaria. Il secondo collegamento si sviluppa tra nord e sud con il corridoio che collega le capitali dell’Europa centrale attraverso Sarajevo in Bosnia-Erzegovina allo scalo marittimo di Porto Tolero (Ploče) sulla costa adriatica, insieme alla direttrice tra Belgrado e Podgorica con il porto montenegrino di Bar e a quella tra Belgrado e Pristina. Il terzo collegamento riguarda le regioni costiere e mette insieme Tirana e Podgorica fino al porto di Durazzo.
L’integrazione tra porti e ferrovia rappresenta un salto di qualità per i Balcani che potrebbero così aspirare a un ruolo maggiore nel trasporto marittimo favorevolmente collegato con l’entroterra europeo. Rilevante anche il corridoio tra Skopje in Macedonia e il confine con la Bulgaria, quale accesso diretto al Bosforo e al Mar Nero. Una rete ferroviaria efficiente nei Balcani occidentali potrebbe trasformare la regione in un hub per le merci europee, favorendo anche i collegamenti su rotaia diretti attraverso la Turchia così come tutte le relazioni marittime.
Piermario Curti Sacchi