Evacuazione di civili, trasporto truppe e materiali, ma anche esportazione di merci e in particolare granaglie: le ferrovie dell’Ucraina si sono trovate sempre in prima linea nel corso del conflitto in atto che contrappone il Paese alla Russia. Molti osservatori hanno riconosciuto alle ferrovie ucraine Ukrzaliznycja (UZ) un ruolo meritorio, impegnate in questa grande partita strategica che le ha bruscamente coinvolte, loro malgrado.
E dalla guerra in corso è arrivata quella che non va inquadrata come una semplice innovazione infrastrutturale, ma va interpretata come una vera svolta geopolitica di un Paese che guarda sempre più all’integrazione con l’Europa comunitaria. Con ogni probabilità si tratta di una decisione già allo studio, ma che gli ultimi avvenimenti hanno bruscamente accelerato.
Rompendo una tradizione storica, il governo di Kiev ha annunciato un piano per riconvertire tutta la rete ferroviaria ucraina allo scartamento standard di 1435 mm, quello presente in tutta l’Europa continentale, Penisola iberica esclusa. Attualmente la rete ferroviaria dell’Ucraina adotta lo scartamento largo di 1520 mm, voluto dall’Impero russo e quindi ereditato dall’Unione Sovietica e presente in molti Paesi suoi satelliti. Nessun paese europeo potenzialmente interessato ha mai comunicato una svolta così drastica: la Spagna, per esempio, ha in atto un graduale adeguamento con il doppio scartamento solo sugli assi principali (le nuove linee passeggeri AV sono nate già a 1435 mm).
La svolta in Ucraina inizierà negli hub e nei principali nodi per poi espandersi gradualmente in tutto il Paese. Con ogni probabilità gli investimenti saranno indirizzati prima di tutto al collegamento con la rete della Polonia, porta d’ingresso verso l’Europa centrale e crocevia ferroviario sempre più significativo (a giugno 2022 è stata annunciata la gara d’appalto per l’elettrificazione di Rail Baltica, il nuovo corridoio ad alta capacità a standard europeo dalle Repubbliche baltiche alla Polonia che eviterà completamente il transito dalla Russia). Escludendo la Russia che si espande anche in Asia, la rete delle UZ è per estensione la quarta in Europa con circa 23mila chilometri di binari, mentre la società pubblica che gestisce nel complesso il servizio ferroviario ucraino occupa 230mila dipendenti rappresentando il primo datore di lavoro del Paese.
Solo una minima parte della rete, e precisamente 200 chilometri, è a scartamento standard europeo, adottato lungo i raccordi di confine con l’Europa centrale. Il 40% delle linee risulta elettrificato in parte in corrente continua a 3 kV (lo stesso standard dell’Italia), in parte con il più moderno e performante sistema a 25 kV in alternata.
L’adozione dello scartamento standard europeo, oltre alla forte valenza geopolitica, favorirà l’interscambio ferroviario merci, evitando le rotture di carico tra i due diversi sistemi di circolazione che penalizzano soprattutto il traffico commerciale. A differenza dei treni passeggeri, dove esistono soluzioni che prevedono lo scartamento variabile dei carrelli (comunque non presente nel mondo russo), nelle merci di fatto si impone il trasbordo da un carro all’altro con le inevitabili perdite di tempo e l’aumento dei costi.
Piermario Curti Sacchi