Niente più macchinisti che all'estero, non essendo poliglotti, si fanno capire a gesti. Dal 9 luglio 2019 è in vigore il nuovo Regolamento europeo (2019/554) sulla "certificazione dei macchinisti addetti alla guida di locomotori e treni sul sistema ferroviario comunitario". Il Regolamento sostituisce una precedente direttiva del 2007. I conduttori dei treni che varcano le frontiere e prestano la loro guida anche all'estero devono conoscere le lingue. In termini un po' burocratici si precisa che il macchinista deve possedere le conoscenze linguistiche "perlomeno in una delle lingue indicate dal Gestore dell'infrastruttura".
Appare abbastanza ovvio il fatto che se il servizio ferroviario si svolge tra Italia e Francia viene indicata come essenziale la conoscenza del francese, se si oltrepassa il Brennero invece risulta indispensabile cavarsela bene con il tedesco. La conoscenza della lingua risulta utile non solo nella routine quotidiana del servizio, ma soprattutto in condizioni critiche o di emergenza, così come il macchinista deve essere in grado di gestire i messaggi di comunicazione previsti dalle STI, le specifiche tecniche per l'interoperabilità. Questa misura riguarda in primo luogo i treni merci che percorrono le reti di vari Paesi europei condividendo a questo punto sia i locomotori sia i conduttori abilitati.
Non è sufficiente una conoscenza sommaria. Certamente non occorre essere madrelingua, ma il conduttore deve essere in grado di comprendere e di comunicare, sia a voce sia per iscritto nella lingua interessata. Il Regolamento europeo prevede solo una deroga nel caso il macchinista non svolga il suo servizio percorrendo le reti ferroviarie dei diversi paesi europei interessati, ma si limiti solo alle operazioni transfrontaliere dove avviene il cambio macchina e il cambio della condotta. Per esempio a Modane tra Italia e Francia piuttosto che a Tarvisio tra Italia e Austria. In questo caso è sufficiente avere un minimo base di conoscenze linguistiche per poter lavorare in sicurezza. Le imprese ferroviarie e i gestori dell'infrastruttura sono autorizzati a studiare anche soluzioni alternative nella formazione professionale, come corsi di lingua non generici ma incentrati sulla terminologia specifica del settore ferroviario.
Piermario Curti Sacchi
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