L’obiettivo è arrivare alla fine del 2021 con una movimentazione di container pari a 70mila teu che corrispondono a circa duemila treni nel corso dell’anno. Ma si parla di un ulteriore traguardo da raggiungere nell’autunno 2022 con almeno 30 coppie di treni la settimana. Sono questi i numeri dello scalo merci di Marzaglia, in provincia di Modena. Dopo una lunga gestazione e un avvio tutt’altro che brillante, il terminal ha trovato un suo spazio in un’area economica vivace e lungo un corridoio merci fondamentale essendo ubicato sulla variante modenese della linea ferroviaria Milano-Bologna attivata in seguito al progetto Alta Velocità.
Inserita nell’importante comparto produttivo noto come polo della ceramica, la struttura è gestita da Terminali Italia, società del gruppo Ferrovie dello Stato per la parte terminalistica, mentre la componente ferroviaria è di competenza diretta di Rfi.
Nato come scalo tradizionale per il trasporto a carro di materie prime come l’argilla per l’industria delle piastrelle, Marzaglia ha ampliato l’attività al traffico intermodale marittimo con i porti di riferimento rappresentati dalla Spezia e da Genova ai quali si è aggiunto Ravenna, ma ora, secondo fonti Terminali Italia, c’è l’obiettivo di sviluppare anche i servizi intermodali terresti verso il nord Europa assecondando una domanda sempre crescente per questa tipologia.
Lo scalo modenese dispone di una superficie di 200mila metri quadri. Il piazzale ferroviario è costituito da un fascio di sei binari centralizzati arrivi/partenze, sette binari carico/scarico (di cui tre dedicati al terminal intermodale). Tutti i binari hanno una lunghezza compresa tra 500 e 740 metri, quindi in parte rispondenti allo standard europeo. Per la movimentazione può contare su due gru a portale su rotaia con una portata di 41 tonnellate e una lunghezza operativa di 650 metri, oltre a cinque gru semoventi. Tra i vari servizi disponibili nell’area manutentiva, spicca l’impianto di lavaggio dei container a circuito chiuso.
Resta per ora solo un’idea, per la scarsa sensibilità politica verso questo progetto, l’ipotesi di un collegamento ferroviario diretto ed elettrificato con la vicina Dinazzano in modo da mettere in rete le piattaforme merci dell’area reggiano-modenese che comprendono anche il terminal di Rubiera. Dinazzano Scalo, ubicato nel comune di Casalgrande, insieme allo scalo ferroviario merci di Guastalla San Giacomo, sono gestiti da Dinazzano Po, la società costituita nel 2002 dall’Azienda dei trasporti di Reggio Emilia, oggi Tper, che nel 2012 ha conseguito anche la licenza di impresa ferroviaria merci. In forte sviluppo, ha arricchito il proprio parco con l’acquisizione di moderni e potenti locomotori da manovra prodotti dalla società ceca Cz Loko. Ciò ha reso possibile la cessione dei mezzi, ormai inadeguati, utilizzati nella prima fase operativa.
Piermario Curti Sacchi
Aggiornamento del 26 agosto 2021
Dopo la pubblicazione di questo articolo Terminali Italia (società terminalista controllata da Rete Ferroviaria Italiana, del Gruppo Ferrovie Italiane) ha scritto alla redazione di TrasportoEuropa, tramite la responsabile commerciale Federica Ceccato. Nell’introduzione si legge che nell’articolo si “evincono molte imprecisioni, falsità e soprattutto strumentalizzazioni che Terminali Italia non ha gradito”, chiedendo di rettificare alcuni contenuti. Riportiamo in questo articolo del 26 agosto le richieste della società, con le precisazioni della redazione.