Treni merci sempre più pesanti percorrono la rete ferroviaria italiana. Quella che fino a poco tempo fa poteva essere solo un’eccezione ora è diventata se non proprio lo standard, una realtà in espansione. La svolta è arrivata con la sostanziale liberalizzazione che ha lasciato alle diverse imprese ferroviarie la responsabilità di determinare autonomamente le prestazioni dei mezzi di trazione, compresa la valutazione della resistenza degli organi di attacco dei carri merci, il vero limite per treni dotati di gancio tradizionale. Tutto questo, che prima era competenza diretta del gestore dell’infrastruttura, quindi soprattutto di Rfi, ora è demandato alle imprese.
Fino a un recente passato era previsto un limite generale per la massa trainata fissato a 1600 tonnellate. Da quando questo valore è stato elevato a 2500 tonnellate, occorre solo rispettare le disposizioni di Rfi per gestire l’aumento di peso tra il limite precedente e quello attuale. Dal punto di vista tecnico, in sostanza, sono due i vincoli da considerare: il valore di massa frenata (ovvero la capacità frenante) e le limitazioni degli assorbimenti elettrici che variano da linea a linea in base alle sue caratteristiche, perché è del tutto diverso percorrere una tratta in pianura rispetto a una acclive. Queste considerazioni si traducono nella scelta della trazione che può essere singola (di norma mai oltre le 2200 tonnellate) o doppia.
Treni da 2500 tonnellate sono diventati così lo standard per imprese come Rtc-Rail Traction Company (gruppo Autobrennero), società che fin dal 2016 ha avviato, in deroga, le prime corse con treni da 2200 tonnellate. Probabilmente Rtc detiene anche un primato sulla rete italiana, conseguito il 12 marzo 2023 con un convoglio carico di cereali composto da trenta carri tramoggia della nuova fornitura di Wascosa ottimizzati nel rapporto fra tara e carico utile. Il treno, proveniente dal valico di confine di Villa Opicina ha raggiunto lo scalo di Fossano, nel cuneese, attraversando per tutta la sua lunghezza la pianura padana. La particolarità è stata quella di avere in testa una doppia trazione con locomotive Siemens e con in coda un locomotore diesel da manovra utile per le movimentazioni nello scalo di arrivo. Nel momento in cui la macchina in spinta si è fatta trainare senza contribuire alla trazione, il treno ha raggiunto la massa complessiva di 2654 tonnellate, un record per la rete ferroviaria italiana.
All’estero, i treni pesanti non sono un’eccezione, sia per ragioni regolamentari più favorevoli sia per caratteristiche tecniche, come la diversa alimentazione elettrica più performante. Questo fatto comporta qualche aggravio di gestione nelle relazioni tra Italia ed Europa. Un esempio è offerto dai treni carichi di argilla provenienti dalla Germania con oltre 3000 tonnellate e che raggiunta la stazione di smistamento di confine con l’Italia vengono spezzati in due distinti convogli di circa 1600 tonnellate l’uno.
Piermario Curti Sacchi