La circonvallazione ferroviaria merci di Trento fa un ulteriore passo in avanti verso l’apertura dei cantieri. Dopo l’assegnazione all’inizio di febbraio 2023 della gara d’appalto per la progettazione e l’esecuzione dei lavori da parte di Rfi, ora gli enti locali e provinciali hanno sottoscritto con il gestore della rete nazionale due protocolli che consentono di gestire al meglio la complessa operazione. Entrambi i documenti sono stati siglati in presenza della commissaria straordinaria nominata dal Governo per seguire tutto l’iter della procedura, nella figura di Paola Firmi, vicedirettrice generale sviluppo di Rfi.
Con il primo protocollo viene istituito l’Osservatorio ambientale e per la sicurezza del lavoro, un organismo tecnico con funzione di indirizzo, controllo e garanzia con un struttura organizzativa composta sia dai rappresentanti degli enti locali, sia da consulenti con competenze specifiche.
Il secondo documento indicato come Protocollo per la mitigazione dell’impatto del cantiere, si addentra in modo più puntuale sui lavori e sulle modalità organizzative dei cantieri per ottimizzare la gestione degli stessi e ridurre al minimo le ricadute negative sui territori interessati.
L’iter per realizzare la circonvallazione ferroviaria merci di Trento procede a tappe forzate anche perché legato ai fondi ricompresi nel Pnrr. L’appalto dei lavori era stato assegnato da Rfi a un consorzio di imprese composto da Webuild (capofila del raggruppamento), Ghella, Collini Lavori e Seli Overseas per un valore di oltre 934 milioni di euro.
La variante sotto la collina a est del capoluogo è lunga circa 13 chilometri dei quali 12 in galleria a doppia canna, inizia a nord di Trento in località Roncafort nei pressi dell’interporto per raggiungere la piana a sud ad Acquaviva. Particolarmente complessa sarà la gestione dei cantieri all’imbocco nord in quanto gli stessi attraversano una zona dove ci sono due aree inquinate e da bonificare, le ex Sloi ed ex Carbochimica.
Sull’impatto ambientale di questi lavori si era aperto un vivace dibattito a Trento, al quale le amministrazioni locali e Rfi hanno risposto impegnandosi a procedere nel modo più scrupoloso possibile con il monitoraggio costante dei lavori.
La circonvallazione ferroviaria di Trento rappresenta un’opera tra quelle indicate come prioritarie per l’accesso da sud al tunnel di base del Brennero. Viene classificata come lotto numero tre, accanto alla variante tra Fortezza e Ponte Gardena (la più importante di tutte, già in fase di esecuzione), alla circonvallazione di Bolzano-Bassa Atesina, alla variante di Rovereto e alla bretella di Verona.
Le quattro varianti sono considerate prioritarie in quanto solo con la loro realizzazione si può centrare l'obiettivo principale del tunnel di base del Brennero, vale a dire quello di costituire un corridoio ad alta capacità pensato soprattutto se non quasi esclusivamente per le merci: nei documenti della società BBT si parla di 80% trasporto merci e 20% trasporto passeggeri.
Piermario Curti Sacchi