Gli archivi sono zeppi di piani dei trasporti e della logistica redatti a livello nazionale o locale anche se poi di pianificazione se ne è fatta poca e il settore è cresciuto rincorrendo le esigenze del momento. Visti i precedenti, il rischio dunque resta alto, ma i promotori questa volta pur allargando lo sguardo verso un orizzonte più ampio, intendono partire da realtà ed esperienze esistenti da mettere in rete senza inseguire ipotesi visionarie. Stiamo parlando di un piano per la logistica del Nordest italiano.
Il 21 luglio 2022 i dirigenti di settore delle Province autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la “costituzione di un Tavolo tecnico di lavoro con finalità di coordinamento e promozione del sistema logistico del Nordest”. La proposta deve essere ratificata a livello politico, ma il contenuto è tecnico: a questo tavolo di lavoro parteciperanno esperti, e non solo politici, indicati dai promotori insieme a componenti proposti da Roma per dare un imprimatur nazionale al forum. Si prevede un calendario dei lavori molto serrato, con un incontro operativo almeno una volta ogni quattro mesi.
Accanto alle aree geografiche del Nordest si segnala la partecipazione della Lombardia, regione che fa parte anche degli Stati generali della logistica del Nordovest, e qui in funzione di cerniera tra le due principali aree geografiche padane. Alla base dell’intesa c’è la volontà di coordinare i piani regionali o provinciali dei trasporti, e questo ci può stare, ma soprattutto di fare un passo avanti nella direzione di iniziative concrete. Sullo sfondo ci sono le infrastrutture stradali e ferroviarie con particolare riferimento ai valichi con l’Europa, insieme ai terminali e ai retroporti.
Uno dei punti più significativi dell’intesa riguarda lo sviluppo e il potenziamento dell’interconnessione ferroviaria con tutte le altre modalità, attraverso un processo che si racchiude in una parola dal significato quasi suggestivo: digitalizzazione. Quest’ultima deve coinvolgere tutte le reti e i nodi della logistica. Il tavolo tecnico dovrà attivare un coordinamento con i gestori delle reti ferroviarie e delle strutture di interscambio merci che saranno coinvolti nei lavori dell’organismo sovra-regionale. Per promuovere il trasferimento modale tra strada e ferrovia o tra strada e vie navigabili si pensa anche a strumenti di incentivazione da integrare con quelli esistenti o da perfezionare.
Ora si tratta di passare dalla teoria alla pratica, ma la base è promettente se si guardano alcuni esempi non a caso presenti in quest’area geografica, come l’impegno da sempre rivolto all’intermodalità da parte della concessionaria Autobrennero (che sarà ulteriormente rilanciato con la nuova costituzione societaria accompagnata da oltre sette miliardi di investimenti sul territorio), e il protagonismo degli enti locali nelle infrastrutture sfociato con l’affidamento pubblico di cinque tratte autostradali del Nordest alla società Alto Adriatico.
Piermario Curti Sacchi