Le ferrovie federali tedesche, le Deutsche Bahn, hanno ricevuto il cartellino giallo di ammonizione, ma alla fine si sono salvate in corner. L'arbitro di questa partita è la Commissione per i monopoli, l'organo consultivo permanente e indipendente del governo in materia di concorrenza. Nella sua relazione a fine luglio 2019 ha messo sotto la lente di osservazione le DB evidenziando due punti critici: la qualità dell'infrastruttura e il livello di concorrenza ancora insufficiente. Sul primo aspetto, il giudizio si può dire sospeso, in quanto quasi in contemporanea le ferrovie hanno raggiunto un accordo con il Governo federale per un massiccio piano di investimenti su tutta la rete: obiettivo è incrementare la capacità e le quote di traffico.
Nell'arco di un decennio impegnando risorse per oltre 86 miliardi di euro, i limiti e le carenze dell'infrastruttura dovrebbero essere superati. Resta invece ancora aperto, in parte, il nodo della concorrenza. "Il potenziamento dei servizi non richiede solo investimenti nelle infrastrutture, ma anche modifiche al quadro istituzionale", ha osservato il presidente della Commissione per i monopoli Achim Wambach, secondo il quale per migliorare il quadro complessivo delle ferrovie occorre puntare su tre ricette: responsabilizzare il gestore dell'infrastruttura, prevedere incentivi di qualità all'interno del quadro normativo e introdurre una maggiore concorrenza.
Al primo punto delle raccomandazioni della Commissione c'è la separazione di DB Netz, il gestore dell'infrastruttura (ma a tutti gli effetti filiale di Deutsche Bahn) dal servizio ferroviario per i rischi di discriminazione nei confronti di operatori che non siano le stesse DB. La Commissione ritiene che il servizio migliorerebbe se i gestori dell'infrastruttura dovessero assumersi la responsabilità e rimborsare l'onere dei ritardi che hanno causato, mentre ora DB Netz non è tenuta a monetizzare e risarcire i ritardi. Istituire invece un sistema di compensazione sarebbe un incentivo positivo per tutti i soggetti coinvolti.
La Commissione comunque riconosce che la concorrenza si è sviluppata in modo positivo in particolare nel trasporto merci, mentre è meno efficace in altri segmenti di mercato. Solo grazie alla liberalizzazione, in Germania le ferrovie, pur con tutti i limiti dell'infrastruttura, sono arrivate a trasportare 400 milioni di tonnellate di merci l'anno. A tal punto che la Corte dei conti europea, già nel 2016 aveva osservato come nel caso della Germania, "la quota relativamente elevata del trasporto merci su rotaia è dovuta non solo alla posizione centrale del paese e all'alto livello industriale, ma anche alla tempestiva liberalizzazione del mercato del trasporto merci ferroviario, all'introduzione, nel 2005, di un pedaggio stradale per veicoli pesanti e all'esistenza di un organismo di regolamentazione relativamente forte e indipendente".
Piermario Curti Sacchi
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