L’alternativa è tra realizzare nuove infrastrutture ferroviarie oppure impegnarsi solo in un’estesa e puntuale manutenzione della rete esistente. Siamo in presenza di un bivio dove i Paesi Bassi sembrano proprio aver imboccato il secondo percorso. In una dichiarazione all’agenzia di stampa locale Anp, il ministro delle Infrastrutture Mark Harbers non ha lasciato spazio ai dubbi sulle scelte del suo dicastero e del Governo dei Paesi Bassi: si punterà principalmente sulla manutenzione. Le risorse sono limitate, ridotte anche a causa dell’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia e per questo motivo non possono essere dirottate sulla realizzazione di nuove infrastrutture. Saranno salvi solo i progetti già approvati, in corso o comunque pianificati.
Questa scelta non dovrebbe comunque avere ripercussioni particolarmente critiche per la rete ferroviaria, almeno in un orizzonte temporale relativamente breve. Secondo il gestore dell’infrastruttura olandese ProRail (Railinfratrust) la decisione governativa avrebbe un impatto relativo sul settore ferroviario, in quanto la maggior parte dei progetti pianificati può ancora essere realizzata. ProRail ha messo sotto la lente d’ingrandimento circa trecento progetti già in calendario, ovviamente molto differenziati sia per l’impegno economico richiesto sia per la portata degli stessi, per trarre la conclusione che non dovrebbero esserci contraccolpi, oltretutto la maggior parte rientrerebbe nel capitolo della gestione e della manutenzione.
I Paesi Bassi segnano il passo anche nell’attrezzare la rete con il sistema di segnalamento a standard europeo Ertms/Etcs. Attualmente sono solo quattro i corridoi dove è stato adottato il nuovo standard. Altre otto linee dovrebbero essere adeguate, ma senza troppa fretta, in quanto si prevedono almeno sei anni prima di attrezzarle. Il gestore della rete ProRail giustifica questa scelta in quanto il sistema automatico nazionale di protezione dei treni Atb garantisce buoni livelli di sicurezza ed è di installazione relativamente recente. L’approccio olandese però ha innescato un vivace confronto con il vicino Belgio, paese che ha in comune con l’Olanda molti corridoi ferroviari.
A differenza dei Paesi Bassi, il gestore della rete belga Infrabel ha impresso una decisa accelerazione verso le nuove tecnologie. Ormai più della metà delle ferrovie belghe sono attrezzate con Etcs ed entro la fine del 2023 si aggiungeranno altri 670 chilometri. Ma la rincorsa del Belgio ha anche un risvolto della medaglia ed è questa la materia del contendere con l’Olanda. In base all’importanza della rete, Infrabel ha deciso di adottare sia lo standard base Level 1, sia Level 1 LS (limited supervision), sia il più evoluto Level 2 (lo stesso scelto direttamente da Rfi). Solo le locomotive locali abilitate a riconoscere tutti questi standard possono circolare senza limiti in Belgio, limitando l’operatività per le olandesi equipaggiate solo con lo standard L2. Come dire: un’unica lingua, ma diversi dialetti, tanto per non farsi capire.
Piermario Curti Sacchi