Ferrovie e porti, due modalità di trasporto che potrebbero dialogare tra loro meglio di quanto avviene finora, se le infrastrutture fossero pensate e realizzate con questo obiettivo. C’è ancora molto da fare, ma le prospettive sono abbastanza concrete. Tutto questo è scritto nel Piano commerciale Rfi riferito agli anni che vanno dal 2021 al 2024 e oltre. Il documento è stato pubblicato a marzo 2021 nell’edizione aggiornata per l’anno in corso alla luce del Contratto di programma degli investimenti 2017-2021, un passaggio essenziale perché il Piano si traduca in progetti e impegni di spesa ben definiti. Le risorse, per buona parte, sono già individuate, burocrazia permettendo.
Partendo dal Mar Ligure di ponente abbiamo lo scalo di Vado. In seguito all’entrata in funzione della piattaforma Maersk e con l’obiettivo, sicuramente ambizioso, di portare la quota per ferrovia al 40%, la stazione verrà dotata di un nuovo apparato centralizzato per gestire tutti i sei binari dello scalo portati al modulo di 750 metri.
Passando al Terminal Psa Genova Pra', oltre al raddoppio del collegamento tra il terminal e il fascio arrivi/partenze della stazione, si aggiungeranno nuovi binari con l’obiettivo di arrivare a un nuovo fascio di sette binari da 750 metri. Sempre nell’area genovese è previsto il nuovo terminal merci di Genova Campasso, scalo di collegamento tra il porto storico e le linee ferroviarie di valico, sia quelle esistenti sia il futuro Terzo valico: vero e proprio retroporto, avrà otto binari centralizzati, tutti a modulo standard.
Facendo un salto vero il mare Adriatico troviamo il porto di Trieste che in questi ultimi anni si è caratterizzato per un vivace interscambio nave/ferro. Gli interventi, per fasi, la prima nel 2023, la seconda in uno scenario spostato in avanti, prevedono la realizzazione a Campo Marzio di un fascio arrivi/partenze di dieci nuovi binari, di cui quattro da 750 metri, oltre a una revisione di tutto lo scalo dotato di un nuovo apparato tecnologico. È inoltre previsto il rifacimento degli impianti di Aquilinia e di Servola, quest’ultimo collegato direttamente con la linea di cintura.
Scendendo al porto di Ravenna qui gli interventi sono previsti sulle due dorsali Candiano, destra e sinistra. La prima sarà prolungata fino alla nuova penisola Trattaroli, più complessi gli investimenti sulla seconda, con una bretella di accesso lato nord che evita la stazione di Ravenna e un nuovo fascio di ulteriori sette binari a modulo, elettrificati e centralizzati. Il Piano di Rfi tocca anche il porto di Vasto che sarà collegato alla stazione ferroviaria con un semplice binario ma che offrirà la possibilità di un passaggio diretto nave-treno sulla banchina del porto.
E per finire all’estremo sud c’è Taranto con il potenziamento dello scalo retroportuale. Come prima fase, in stazione di Cagioni è prevista la realizzazione di ulteriori tre binari, a modulo, centralizzati ed elettrificati a servizio del molo polisettoriale e del quinto sporgente del porto di Taranto. Successivamente verrà posato un nuovo fascio di tre binari elettrificati in stazione di Taranto a servizio della piastra logistica e del primo e quarto sporgente.
Per tutte queste opere il Piano commerciale Rfi indica con precisione il cronoprogramma. Sta alle nuove norme sugli appalti e sulla semplificazione, la chiave per aprire tempestivamente i cantieri e rispettare i tempi.
Piermario Curti Sacchi