Un piccolo passo avanti verso la completa riqualificazione della linea ferroviaria Orte-Falconara Marittima, tratta centrale dell’intera trasversale tra Roma e Ancona. Il 27 aprile 2022 in conferenza stampa è stato annunciato l’avvio della procedura di dibattito pubblico per arrivare alla progettazione definitiva della tratta indicata come lotto due, tra Genga e Serra San Quirico, appena una manciata di chilometri, attualmente meno di sette, tra Jesi e Fabriano. Questo intervento è inserito nel Pnrr e pertanto va realizzato entro il 2026, con l’apertura dei cantieri prevista nel 2023.
E forse è proprio questa scadenza e questa tempistica molto ristretta ad allontanare nel tempo la vera svolta per questa linea trasversale, quella del raddoppio completo da realizzare per buona parte su un nuovo tracciato più favorevole, sia per ridurre in modo competitivo i tempi di percorrenza dei treni passeggeri sia per offrire un’opportunità per le merci alle quali manca un percorso idoneo che ora si scontra con il difficile tracciato appenninico con un solo binario. Il Pnrr però da questo punto di vista non può fare miracoli e si confermano ancora una volta i ritardi con i quali sono contrassegnate le opere pubbliche in Italia.
La Orte-Falconara Marittima è lunga 203 chilometri, di questi poco meno di 90 sono stati raddoppiati, ma soprattutto emerge la lentezza esasperante degli interventi. La prima tratta tra Narni e Terni è stata raddoppiata nel 1980, l’ultima (ancora come prima fase non conclusa) nel 2020: quarant’anni per adeguare poco più del 40% dell’intero percorso. E ora, a parte la Genga-San Quirico al nastro di partenza, ci si deve accontentare delle pur autorevoli assicurazioni fornite dal commissario straordinario Vincenzo Macello che sovrintende i progetti di tutta la trasversale ferroviaria, un’opera che ha un valore complessivo stimato in 4 miliardi di euro.
In cantiere attualmente ci sono i lavori di adeguamento del nodo di Falconara Marittima del valore di 170 milioni come prima fase, oltre a 66 milioni di ulteriore completamento e si sta accelerando il più possibile sui tempi di progettazione delle parti mancanti che però rappresentano il vero cuore della trasversale, come la Terni-Spoleto e soprattutto la Foligno-Fabriano, senza trascurare la tratta prima di Castelplanio. La prima è lunga poco più di 22 chilometri, l’altra supera i 53 chilometri, mentre l’ultima come lunghezza è analoga alla prima, ma sono anche le opere più impegnative da realizzare, in quanto quasi integralmente in variante e con ampi tratti in galleria (saranno almeno 25 i tunnel di varia lunghezza). I maggiori vantaggi, soprattutto per le merci, saranno legati proprio al superamento di questi colli di bottiglia, guarda caso gli ultimi nel cronoprogramma degli interventi.
Piermario Curti Sacchi