Oggi la Procura Generale di Firenze ha presentato le richieste nel processo di appello della strage di Viareggio del 2009 per gli allora vertici del Gruppo Ferrovie dello Stato. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna di quindici anni e mezzo per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di FS e Rete ferroviaria Italiana. Una condanna di poco minore, di quattordici anni e mezzo, è stata invece invocata per un altro ex amministratore delegato di Rfi, Michele Mario Elia, mentre per l'ex amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano, il magistrato ha chiesto sette anni e sei mesi. Durante l'udienza, Moretti ha dichiarato di voler rinunciare alla prescrizione per "rispetto delle vittime, dei familiari delle vittime e del loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente". Il processo di primo grado si chiuse a Lucca il 31 gennaio 2017 con ventitré condanne e dieci assoluzioni. In quella occasione, Moretti venne condannato a sette anni (perché venne assolto dalle accuse mosse in quanto ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, considerando solo il suo incarico in Rete Ferroviaria Italiana), mentre Elia e Soprano subirono una condanna uguale, a sette anni e mezzo.
Nella sua requisitoria, il pubblico ministero ha ribadito le accuse del suo collega di primo grado, ossia che una delle cause dell'incendio che uccise trentadue persone che erano nei pressi della stazione di Viareggio è l'insieme di elementi critici e mancanza di controllo dell'infrastruttura ferroviaria. Uno degli elementi che hanno causato le condanne agli allora vertici del Gruppo FS è il picchetto fisso che ha squarciato la ferro-cisterna sviata, causando l'uscita di Gpl e il suo incendio. FS, inoltre, considera nelle sue linee guida sulla sicurezza ferroviaria il rischio di far transitare in un centro densamente popolato un treno di ferrocisterne cariche di carburante, ma non avrebbe preso nel caso in esame i conseguenti provvedimenti, compiendo quindi omissioni.
In questo processo d'appello, l'accusa ha dovuto riformulare le richieste di condanna a causa della prescrizione giunta per alcuni reati, come incendio e lesioni personali colpose. Tra gli imputati ci sono anche stranieri, tra cui Rainer Kogelheide, Uwe Koennecke, Andreas Schroter e Uwe Kriebel di Jungenthal, Peter Linowski di Gatx Rail Germania, Johannes Mansbarth, Helmut Brodel e Roman Mayer di Gatx Austria. La prima società ha compiuto la revisione delle ferrocisterne, la seconda era la loro proprietaria. Il loro coinvolgimento deriva dal fatto che lo svio che ha iniziato la catena degli eventi venne causato dalla rottura di un assile della ferro-cisterna che venne poi squarciata dal picchetto fisso (che avrebbe dovuto essere stato rimosso, perché non più necessario).
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