L’obiettivo dichiarato è favorire e rilanciare la vocazione ferroviaria all’interno dell’interporto di Parma. Per questo motivo i vertici di CePim, da sempre motore dell’insediamento logistico intermodale di Fontevivo, avevano avviato un programma di elettrificazione del raccordo ferroviario con la rete Rfi e del fascio binari interno. La prima fase di questo piano di investimenti si è conclusa con il collaudo degli impianti avvenuto alla metà di gennaio 2022. Il raccordo lungo circa cinque chilometri compreso il fascio base intermodale parte dalla stazione ferroviaria di Castelguelfo posta sulla linea fondamentale Piacenza-Bologna e raggiunge il terminal ferroviario dell’interporto.
L’elettrificazione degli impianti interportuali consente di evitare la manovra finora effettuata con locomotori diesel. Ma soprattutto, come diretta conseguenza, i treni merci potranno giungere direttamente dalla stazione di Castelguelfo senza la necessità del cambio macchina, offrendo quindi alle imprese ferroviarie l’ingresso e la partenza diretta dallo scalo in autoproduzione. Questa opportunità è dovuta anche al fatto che oltre all’elettrificazione dei binari vengono installati tutti gli apparati di segnalamento che sovrintendono alla circolazione tra la stazione e il terminal. Tra i vantaggi c’è quello di una notevole riduzione dei costi della manovra insieme al contenimento dei tempi e quindi a un aumento della capacità del terminal, in un momento in cui è vivace la richiesta di trasporti intermodali. Contestualmente all’elettrificazione sono stati realizzati tre nuovi binari all’interno del fascio base di presa e consegna.
I lavori di potenziamento del terminal sono stati avviati nel 2020 e una volta conclusi, lo scalo ferroviario arriverà a occupare 120mila metri quadri con binari a standard europeo. Gli investimenti sono sostenuti sia con fondi propri del CePim sia con finanziamenti ottenuti dall’allora ministero delle Infrastrutture e dalla regione Emilia-Romagna. L’interporto di Parma, che si sviluppa complessivamente compresa l’area logistica su una superficie di due milioni e mezzo di metri quadri, movimenta 2500 treni l’anno, ma può avere ancora ampi margini di crescita e l’elettrificazione del raccordo può essere la risposta in questa direzione.
Piermario Curti Sacchi