È più dura la roccia o il ghiaccio? Chi l’avrebbe mai detto che con questo quesito avrebbero avuto a che fare i tecnici nel gestire lo scavo del tunnel ferroviario di base del Brennero. Ma non si è trattato di un imprevisto, anzi, la situazione è stata creata artificialmente per attraversare, senza ricadute negative sull’ambiente, il fiume Isarco. L’alternativa sarebbe stata quella di deviare il corso del fiume andando incontro a un rischio esondazione per la ferrovia esistente, oltre a un impatto pesante sull’ecosistema. Da qui la scelta di passare sotto il letto dell’Isarco, congelando letteralmente il terreno sottostante per prevenire ricadute d’acqua, di fango e di detriti durante gli scavi. Il lotto definito come Sottoattraversamento Isarco è stata un’impresa ingegneristica da manuale.
Il tunnel di base del Brennero, con le sue due canne separate, poco prima di emergere a nord di Fortezza insieme alle interconnessioni con la linea storica sottopassa il fiume altoatesino. Lì, sulle due sponde, sono stati scavati quattro pozzi sufficientemente larghi da farci passare dall’alto macchine e attrezzature da cantiere e profondi fino a raggiungere il livello delle future gallerie ferroviarie. Una volta raggiunta la quota, il terreno è stato congelato con azoto liquido e successivamente mantenuto a bassa temperatura attraverso la circolazione di una soluzione a base di salamoia. Con il congelamento del terreno si ottiene come una sorta di guscio di ghiaccio attorno al perimetro della galleria che consente così lo scavo in tutta sicurezza.
Speciali termometri situati all’interno del terreno hanno tenuto sempre sotto controllo la temperatura e verificato che non si formassero vene d’acqua. Una volta consolidato il terreno appariva quasi duro come la roccia, a tal punto da consentire lo scavo con le tecniche classiche attraverso l’uso del martellone. Completato lo scavo, la fase successiva è stata quella del rivestimento definitivo in calcestruzzo della galleria. A settembre 2021 sono terminati definitivamente i lavori nel tunnel ovest insieme all’interconnessione con la linea storica, mentre nella canna est proseguono gli avanzamenti in direzione sud, in attesa di realizzare le brevi tratte di congiunzione tra i due pozzi a fianco dell’Isarco.
Le attività nei due lotti in cui si suddividono i lavori della galleria di base sul lato italiano proseguono a pieno ritmo. Nel cantiere Mules 2-3 le gallerie principali sono state scavate per quasi il 75% mentre nel lotto Sottoattraversamento Isarco hanno superato abbondantemente l’80%. Terminata l’interconnessione ovest, si avanza per completare anche quella est dove mancano solo 500 metri. Per realizzare l’intero cunicolo esplorativo e di servizio su tutta la tratta italiana che dalla località di Aica a nord di Bressanone arriva al confine di stato, restano da scavare 850 metri. Ma non tutto fila liscio. A parte i costi, le cui ultime stime aggiornate a settembre 2021 parlano di un costo finale a vita intera di 8,8 miliardi di euro, il rischio maggiore è legato ai tempi di realizzazione, dopo il fermo al cantiere principale sul lato austriaco. Ormai si parla in modo realistico di fine lavori nel 2030, ma forse addirittura nel 2032.
Piermario Curti Sacchi