Nonostante il conflitto in corso con la Russia non lasci prevedere una tregua in tempi ragionevolmente brevi, le ferrovie ucraine non si limitano solo a gestire l’emergenza, ma con notevole determinazione fanno progetti per un futuro molto ravvicinato. Rientra tra questi piani la previsione di aprire altri sei valichi di frontiera per il trasporto merci verso l’Europa. Tre di questi varchi saranno realizzati al confine con la Polonia, due con la Romania e uno, ormai operativo, con la Moldavia.
Alcuni di questi passaggi di frontiera, secondo fonti delle ferrovie ucraine, potrebbero diventare operativi a breve perché non richiedono importanti lavori infrastrutturali, ma solo un accordo tra le amministrazioni ferroviarie coinvolte. Una volta resi operativi, questi sei raccordi andranno a potenziare il sistema di relazioni transfrontaliere dell’Ucraina che a quel punto disporrà di 19 valichi di frontiera con i Paesi europei.
Nonostante un certo riserbo soprattutto per ragioni di sicurezza, alcune di queste nuove relazioni sono già state delineate. Per quanto riguarda la Polonia saranno interessati i raccordi con Rava-Rus'ka e Starzhava-Krostsenko, mentre per quanto riguarda la Romania la tratta coinvolta è quella di Delovo-Valea Vişeului; il confine con la Moldavia viene invece raggiunto a Berezino-Basarabeasca.
È significativo proprio quest’ultimo intervento. In meno di due mesi si è passati dalle parole ai fatti. A luglio 2022 l’Ucraina aveva annunciato un accordo con la Moldavia per ripristinare il collegamento ferroviario tra i due Paesi in disuso dal 1999 e creare così un veloce corridoio per l’interscambio delle merci con l’Europa centrale. Il 22 agosto 2022 la tratta ferroviaria è stata riaperta e tornata operativa, valorizzando la modalità ferroviaria che in precedenza ha sempre avuto un ruolo di secondo piano nei trasporti della regione.
La linea è lunga poco più di una ventina di chilometri e collega Berezyne nell’Ucraina occidentale a Basarabeasca nel sud della Moldavia. Secondo le stime del ministero delle Infrastrutture di Kiev si potrebbe raggiungere un interscambio di dieci milioni di tonnellate l’anno e in particolare si fa riferimento al trasporto di grano, come valida alternativa di percorso dal porto di Odessa al Mar Nero.
Il ripristino di altri due valichi di frontiera con la Romania richiede un intervento che potrebbe essere portato a termine in due-tre mesi, mentre è più complessa la situazione con la Polonia dove sono richiesti maggiori lavori infrastrutturali tali da prefigurare l’entrata in esercizio non prima del 2023-2024.
L’Ucraina attualmente può contare su tredici passaggi di frontiera per il trasporto delle merci con l’Europa, attraverso i confini con Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e Moldavia. Ma secondo le ferrovie ucraine questa disponibilità non è più sufficiente per accogliere il crescente numero di treni merci nei traffici con l’Europa continentale. Inoltre si avverte l’esigenza di potenziare la logistica chiedendo un maggiore impegno alle amministrazioni ferroviarie dei paesi confinanti in quanto, già sfruttando la capacità delle strutture esistenti, la movimentazione delle merci potrebbe raddoppiare.
Piermario Curti Sacchi