A guardare le tabelle con le proiezioni del traffico ferroviario merci sui valichi alpini non si può non porsi alcune domande, prima di tutto ci si chiede se sono costruite su una base solida di dati o rappresentano solo un auspicio, perché le sorprese non sono poche. Le tabelle di cui parliamo sono quelle contenute nell’Annual Report 2022 di iMonitraf!, organismo che rappresenta una serie di realtà territoriali che si sono messe in rete, a partire dalle regioni italiane lungo l’arco alpino, insieme al Tirolo austriaco e alla Conferenza intergovernativa della Svizzera centrale.
Sono due gli scenari prospettati, il primo per il 2030, l’altro proiettato al 2040. Al Brennero la quota modale detenuta della ferrovia è ipotizzata al 36% nel 2030 e addirittura al 50% dieci anni dopo, quando tutti gli interventi infrastrutturali in corso saranno terminati. C’è subito da dire che nel 2021 la ferrovia sull’asse del Brennero si è ritagliata una fetta del 27,32%, un risultato migliore di quello raggiunto prima della pandemia da Covid 19, quindi la base di partenza è comunque solida.
Una storia a parte è quella rappresentata dai corridoi svizzeri dove si parte da una quota del 75,45% nel 2021, in assoluto il miglior risultato degli ultimi quindici anni. In questo caso ovviamente, viste le basi di partenza, la crescita prevista non può essere esponenziale, ma comunque nel 2030 si dovrebbe raggiungere l’83,7% con un ulteriore guadagno dieci anni dopo fino all’84,2%, un valore che può essere indicato come il tetto massimo raggiungibile, in quando comunque i trasporti su strada continueranno ad avere una loro specificità. Nel frattempo, con il completamento del progetto AlpTransit e con la nuova ferrovia transalpina attraverso il Gottardo si è raggiunta una capacità complessiva (considerando sia Chiasso sia Luino) di 260 tracce ferroviarie al giorno solo per il trasporto merci.
Per quanto riguarda il Brennero la quota della ferrovia si mantiene sostanzialmente stabile negli ultimi anni, con un lieve incremento costante dal 2018 al 2021, ma è difficile ipotizzare un guadagno a breve a favore della ferrovia, perché l’infrastruttura attuale non consente ulteriori margini di crescita significativi. Solo dopo il completamento del tunnel di base del Brennero e di tutte le linee di accesso ci sarà un incremento effettivo della capacità. Non a caso le previsioni di crescita maggiori sono fissate all’orizzonte 2040, con le nuove infrastrutture ormai a regime.
Nel complesso, secondo il rapporto di iMonitraf!, nel 2021 hanno varcato l’arco alpino 165,9 milioni di tonnellate di merci, 109,5 milioni su strada (66%) e 56,4 milioni su rotaia (34%). Tra il 2019 e il 2021 la ripartizione modale strada-rotaia è leggermente mutata con un guadagno dell’1% a favore della ferrovia. Gli analisti osservano come basterebbe migliorare l’interscambio di dati e di procedure tra le diverse imprese ferroviarie e le rispettive amministrazioni nazionali per far crescere la quota ferroviaria al Gottardo fino al 68%, mentre al Sempione la partita è già chiusa in quanto la rotaia già ora monopolizza i trasporti con un record del 90%.
Piermario Curti Sacchi