La Svizzera mette in discussione le analisi fatte da Rfi e confermate in varie occasioni istituzionali sugli assi ferroviari alpini. Secondo il gestore della rete ferroviaria italiana non sarebbe indispensabile realizzare nuovi collegamenti verso i valichi elvetici, in quanto la domanda di trasporto con un orizzonte fino al 2030 può essere soddisfatta dagli adeguamenti tecnologici in corso di realizzazione. Anche se in modo informale, vale a dire senza la presentazione di un documento indirizzato alle istituzioni italiane, la Svizzera non ritiene sufficienti gli interventi programmati da Rfi. Lo ha affermato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale dei trasporti, in occasione di un incontro il 29 aprile 2022 con i ministri italiani Enrico Giovannini (Mims) e Roberto Cingolani (Mite). Al centro dell’attenzione c’è stata la preparazione di un memorandum d’intesa per favorire la conversione della mobilità verso l’impatto zero e una valutazione della situazione attuale dei transiti attraverso gli assi alpini, con in primo piano il Gottardo.
I collegamenti tra la Svizzera e l’Italia hanno fatto un salto di qualità con il completamento della galleria di base del Ceneri nel 2020. Ma questo non basta, perché a sud delle Alpi, secondo la Svizzera, la capacità non è sufficiente. Per questo motivo la consigliera Sommaruga ha identificato come soluzione auspicabile, se non necessaria, la posa di un terzo binario tra Cantù e Camnago (è tipico della Svizzera potenziare tratti di linea con l’aggiunta di un altro binario). Non essendo supportata da un documento, si possono fare solo ipotesi su quale sia la valutazione tecnica dalla quale scaturisce questa proposta.
Mentre appare tutto sommato logica l’indicazione di Camnago, in quanto nodo ferroviario significativo nell’area brianzola, la scelta di Cantù non è altrettanto qualificante. A parte il vantaggio d’intervenire su una tratta con un tracciato poco favorevole, che comunque non si supera con la posa di un eventuale terzo binario, ma casomai con una vera variante di tracciato, il percorso individuato è di pochi chilometri e potrebbe essere utile solo per l’incrocio dinamico dei treni, soprattutto merci, ipotesi quest’ultima che sposa in pieno la filosofia elvetica di esercizio ferroviario.
La soluzione più logica e definitiva invece sarebbe quella di posare il terzo binario, come suggerito dalla Svizzera, a partire dal bivio Rosales, all’imbocco sud della galleria di Monte Olimpino 2, tunnel di base che collega direttamente Chiasso saltando Como e percorso da tutti treni merci per il suo tracciato più favorevole. Resta invece congelato il progetto di potenziamento complessivo dell’asse del Gottardo con un nuovo collegamento ferroviario ad alta capacità Lugano-Milano. L’istruttoria era stata avviata da Rfi nel 2003 ma successivamente sospesa perché giudicata non più prioritaria.
Il progetto individuava la direttrice Como-Chiasso che va verso Seregno-Milano quale asse per la nuova linea a servizio quasi esclusivo delle merci. In particolare, era previsto un tracciato lungo circa 37 km di cui 15 in variante, 14 in affiancamento e otto di interconnessioni. Da Seregno partirebbe un collegamento con il progetto di un nuovo tracciato verso Treviglio/Bergamo, costituito da un potenziamento della linea esistente fino a Lesmo/Carnate e da una nuova tratta da Lesmo/Carnate a Levate, per connettersi sulla linea Bergamo-Treviglio.
Piermario Curti Sacchi