Il 2021 potrebbe essere l’anno della svolta e del rilancio per lo scalo ferroviario di Domo2, la grande piattaforma di smistamento ubicata in località Beura-Cardezza, a sud della cittadina ossolana. Quella che a lungo è rimasta quasi una cattedrale nel deserto potrà ritrovare un suo ruolo in seguito a un accordo tra Ferservizi, la società immobiliare del gruppo Fs proprietario dello scalo, e CargoBeamer, società tedesca con sede a Lipsia, impegnata in tutta Europa nel trasporto intermodale strada-rotaia con una propria specifica soluzione tecnologica. L’accordo riguarda una porzione di 250mila metri quadri dello scalo di Domo2, circa un quarto di un’area da un milione di metri quadri complessivi.
CargoBeamer da tempo ha avviato un piano di espansione e nel dicembre 2020 ha ottenuto un finanziamento dalla Banca Europea degli Investimenti di 12,5 milioni di euro, accordato per realizzare e potenziare tre scali ferroviari europei e precisamente a Calais in Francia, a Kaldenkirchen nella Germania del nord al confine con l’Olanda, oltre a Domodossola. Lo scalo ferroviario del comprensorio ossolano già dal 2015 è interessato da collegamenti regolari da parte di CargoBeamer con origine/destinazione Kaldenkirchen attraverso il corridoio del Sempione, e il traffico si è ulteriormente intensificato in questi ultimi mesi. La società intermodale di Lipsia intende investire importanti risorse su Domo2, si stima fino a 30 milioni di euro.
Per lo scalo ferroviario di Domodossola, che ha una potenzialità di 50 treni/giorno con la Svizzera, arriva dunque una svolta positiva dopo decenni di sostanziale abbandono per una piattaforma che non ha mai trovato un proprio ruolo. Questo perché, dal momento in cui è stata progettata è stata caratterizzata da continui ritardi e stop nei cantieri, a tal punto che quando è diventata operativa praticamente non aveva più ragione di essere, nonostante fosse costata non meno di 500 miliardi di lire.
Domo 2 era nato come scalo di smistamento di frontiera, ma contestualmente ha visto le frontiere doganali scomparire mentre la composizione dei treni non necessita più di manovre di confine in quanto avviene direttamente nei terminal dislocati lungo il territorio. Ora però l’importanza crescente dei corridoi intermodali europei offre nuove opportunità di sviluppo e di lavoro, anche se su basi completamente diverse.
Piermario Curti Sacchi