Quel triangolo industriale che si è imposto con forza nell’Italia nordoccidentale a partire dagli anni Sessanta del Novecento rischia di perdere, o forse lo ha già perso, uno dei suoi tre vertici rappresentato da Torino e dalla sua realtà economica. Questo è sicuramente vero per quanto riguarda il trasporto intermodale ferroviario. Il Piemonte occidentale soffre per la sua posizione geografica marginale, ma soprattutto per le prestazioni dell’infrastruttura ferroviaria sempre meno all’altezza dove l’ottocentesca linea del Frejus sottolinea uno dei suoi principali punti di debolezza nel momento in cui vengono potenziati molti altri corridoi. Ma c’è chi non si arrende e intende prospettare il riscatto.
Sulla base di una richiesta della società Space Logistic, titolare tra l’altro di un treno intermodale da Torino a Cervignano, è nato il progetto Torino-Intermodale supportato da intermodale24-rail con il patrocinio di Assologistica e Assoferr e la partecipazione di tutti gli operatori presenti nel terminal di Torino Orbassano. Obiettivo è quello di risvegliare l’attenzione per il trasporto ferroviario delle merci in un’area come quella torinese che fino allo stop per l’emergenza sanitaria aveva manifestato qualche timido segnale, ma tutt’altro che consolidato, al di là della storica RoLa con la Francia.
Si tratta di ampliare il mercato dei potenziali clienti soprattutto attraverso un’azione di comunicazione e informazione, da associare però a una semplificazione di norme e procedure operative insieme alla digitalizzazione dei processi. L’ampliamento del mercato passa principalmente attraverso la costruzione di un’offerta di trasporto per i semirimorchi “non gruabili” di varie tipologie, dai centinati, ai frigoriferi e alle cisterne. In pratica si tratta di permettere l’accesso al trasporto combinato di unità di carico non specializzate per facilitare il ricorso ai servizi intermodali anche alle aziende che finora sono rimaste ai margini.
Il progetto Torino-Intermodale prevede di “costruire una proposta di servizio estesa a clienti non attrezzati utilizzando sistemi specifici disponibili sul mercato del trasporto intermodale per il carico di semirimorchi non gruabili”. I trasportatori non ancora attrezzati per l’intermodalità possono essere agevolati e incentivati rendendo disponibile un’offerta di noleggio di unità di carico e di telai stradali portacontainer con contratti anche di breve durata sul modello dell’autonoleggio.
Il servizio, impostato sul terminal di Torino Orbassano, potrebbe da un lato raggiungere la Francia e quindi l’Europa occidentale, dall’altro la trasversale Torino-Trieste e la linea adriatica fino a Bari con profilo P400 adatto a trasporti intermodali senza limiti di sagoma. Fin qui il progetto, già avviato. La scommessa è quella di passare a breve dalla carta alla realtà, dalle slide ai treni.
Piermario Curti Sacchi